Reddito di Cittadinanza, l’ammissione del governo: “Pochi soldi e zero formazione”

Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, il governo avrebbe ammesso i propri fallimenti sul reddito di cittadinanza.

Oggi il Fatto Quotidiano fa il punto della situazione sul reddito di cittadinanza. Ricordiamo che dal 31 dicembre scomparirà per sempre questa importante misura voluta dal M5S quando c’era Conte al governo. il governo ammette: Il Fatto scrive: “Pochi soldi, zero formazione. I 350 pagati a 22mila dei ben 130mila occupabili. L’anpal ammette: “Corsi minimi non ci sono le capacità per quelli più lunghi”. Un flop annunciato, insomma, quello del governo per la formazione e il lavoro degli ex percettori del RdC.

Cosa cambia dal 31 dicembre

Come riporta Ipsoa, l’INPS ha spiegato i dettagli procedurali che riguardano il regime transitorio per la fruizione del Reddito di cittadinanza. I percettori di reddito di cittadinanza, non attivabili al lavoro. Cioè per i quali venga comunicata la presa in carico da parte dei servizi sociali entro il suddetto termine di sette mesi e, comunque, non oltre il 31 ottobre 2023. Potranno continuare a fruirne fino al 31 dicembre 2023. L’INPS, con il messaggio n. 2835 del 31 luglio 2023, ha fornito le indicazioni operative per il regime transitorio utile alla fruizione del Reddito di cittadinanza. Fino al 31 dicembre 2023, appunto.

Tra poco più di una settimana, in effetti, il Reddito di cittadinanza verrà definitivamente sostituito dall’Assegno di inclusione. Le domande sono partite già da metà dicembre, ma per il M5S si tratta di una mancetta che non aiuterà le famiglie italiane. La misura sarà rivolta alle famiglie in condizione di povertà con componenti “non occupabili” nel proprio nucleo. Cioè minori, over 60 o disabili. Da quest’estate l’Inps ha fatto sapere di aver inviato “in totale 180 – 190 mila messaggi”. Per disattivare il beneficio alle famiglie che non ne avranno più diritto. Per quanto riguarda le famiglie uscite dal Reddito di cittadinanza e che hanno fatto domanda per attivare il Supporto formazione e lavoro. Il direttore dell’Inps ha fatto sapere che sono 74 mila, anche se le domande arrivate all’inizio di dicembre erano molte di più, ben 124 mila.

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