Andrea Scanzi ha commentato la vicenda mediatica di Giovanna Pedretti, con un affondo alla destra e alla cosiddetta "gogna mediatica".
Andrea Scanzi ha commentato la vicenda mediatica di Giovanna Pedretti, con un affondo alla destra e alla cosiddetta “gogna mediatica”. “Per me Selvaggia Lucarelli non deve chiedere scusa. Ha fatto il suo lavoro, come il TG3. Sono andati a vedere cosa c’era dietro la notizia della morte di Giovanna Pedretti dopo quella famosa recensione omofoba. Non è colpa di Lucarelli, anche se non concordo sul post che ha fatto. Era di una freddezza incredibile, come parlasse di una cartella esattoriale. Il punto è un altro. La destra è maestra dello “zombellamento dell’altro”, non la sinistra. Ora la destra dice che la sinistra è maestra di gogna mediatica. Vi ricordate la besta di Morisi? Sarebbe stata ancora qui. Ma che lezione vogliono farci?” si chiede Scanzi nel suo video.
Il caso Pedretti
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Sant’Angelo Lodigiano, 13mila abitanti, è un paese in provincia di Lodi a trenta chilometri di distanza da Milano. Qui Giovanna Pedretti è deceduta. Dapprima incidendosi con delle lamette a bordo della propria Fiat Panda, seduta sul sedile lato guidatore. Poi entrando nel fiume Lambro, nelle cui vicinanze aveva parcheggiato la macchina in coincidenza di una discarica abusiva nel mezzo di una strada sterrata.
La Procura di Lodi, che coordina i locali carabinieri, indaga ipotizzando il reato di istigazione al suicidio su un doppio binario che poggia sul tragico epilogo. La presunta recensione di un cliente e gli attacchi subìti dalla donna. Gli inquirenti hanno spiegato che per accertare la veridicità o meno della recensione. In cui quel cliente si lamentava d’aver mangiato avendo come vicini di tavolo gay e disabili subito incontrando la ferma, saggia e umana replica di Giovanna. Serviranno lunghe verifiche tecniche e il coinvolgimento di Google, che di suo implica ogni volta una sequenza di ostacoli.
Cosa c'entra Lucarelli? La reazione di Scanzi
Nel solco di un’attività consueta, la giornalista Selvaggia Lucarelli, affiancata dal compagno Lorenzo Biagiarelli, chef e blogger, aveva sollevato i primi dubbi. Ipotizzando che non esistesse nessun cliente, e che la recensione fosse una macchinazione di Giovanna finalizzata a guadagnare consensi pubblici. Una forma spietata di marketing sfruttando l’opposizione contro il razzismo per gay e disabili. Un’azione tesa alla ricerca della verità, quella di Lucarelli.
Né il marito né Giovanna avevano mai pensato di rivolgersi a uno psicologo e uno psichiatra. La situazione, ancorché dolorosa poiché i pensieri dedicati a suo fratello erano frequenti, e non di breve durata, comunque la affliggeva. E forse era la causa della cronica insonnia. Giovanna si alzava spesso in piena notte, usciva e tornava ore e ore dopo. Motivo per cui, il mattino di domenica 14 gennaio, Nello non si era preoccupato dell’assenza di Giovanna. La quale, nei giri al buio, era solita raggiungere in macchina le sponde del Lambro e incamminarsi per lunghe passeggiate in solitaria.