Giuseppe Conte è arrivato al Giurì d'onore della Camera portando con sé ''una montagna di fascicoli e documenti''.
Oggi è il gran giorno. Quello in cui Conte e Meloni si confronteranno davanti al giurì d’onore sul Mes. Secondo quanto riportato dall’Adnkronos, il presidente del M5S Giuseppe Conte è arrivato al Giurì d’onore della Camera. Ha portato con sé ”una montagna di fascicoli e documenti”, apprende l’Adnkronos dallo staff di Conte. Un centinaio di pagine che verranno utilizzate durante l’audizione.
Il giurì d'onore alla Camera
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La richiesta era stata avanzata dal presidente M5S lo scorso 18 dicembre per “ristabilire la verità dei fatti e ripristinare l’onore minato dal comportamento menzognero della presidente Meloni”. Che, era l’accusa di Conte, “ha scelto di mentire al Parlamento e a tutti i cittadini. Sostenendo che il mio governo aveva dato il via libera al Mes nel gennaio 2021, senza mandato parlamentare e con il favore delle tenebre. Lo avrebbe fatto quando ormai si era dimesso, con gli scatoloni pronti.
Meloni ha mentito consapevole di mentire, era deputata quando il 9 dicembre 2020 in Parlamento. Abbiamo tenuto un ampio dibattito sul Mes, certificato anche dagli atti”. “Al contrario di quello che ha affermato Meloni, il tutto è stato fatto alla luce del sole”. Nel dicembre 2020 “c’è stato un ampio dibattito e il pieno coinvolgimento del Parlamento”. Dunque dalla premier, accusa Conte, “un cumulo di falsità, che disonora la massima istituzione di governo”.
Come si legge sul sito della Camera, il presidente di Montecitorio “può nominare, su richiesta di un deputato che si senta leso nella sua onorabilità da accuse che gli siano state mosse nel corso di una discussione, una Commissione d’indagine a norma dell’art. 58 del regolamento. Che valuti la fondatezza delle accuse”. Nel caso specifico, si tratta delle dichiarazioni di Meloni relative al Mes. “Al Giurì viene solitamente assegnato un termine per riferire all’Assemblea sugli esiti della sua attività. Della relazione del Giurì l’Assemblea si limita a prendere atto, senza dibattito né votazione”.