Intervistato in diretta tv a Otto e mezzo, Bersani ha commentato la legge sull'autonomia voluta dal governo Meloni.
“Si parla molto di incremento di disuguaglianze a seguito dell’autonomia differenziata e su questo non ci piove. Ma prima ancora viene un tema: qui c’è un inedito al mondo, e cioè che avremo uno Stato arlecchino. Su scala mondiale non c’è nessuno Stato che abbia una configurazione del genere”. Sono le parole di Pier Luigi Bersani che, ospite di Otto e mezzo (La7), analizza il ddl sull’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, che ha come primo firmatario il ministro leghista Roberto Calderoli e che ha ottenuto l’ok del Senato con 110 voti favorevoli, 64 contrari e 30 astenuti.
Bersani spiega che le singole Regioni potranno chiedere la gestione di un numero massimo di 23 materie (tutela della salute, istruzione, sport, ambiente, energia, cultura, trasporti, commercio estero) e definisce “una presa in giro vergognosa” i Lep (livelli essenziali delle prestazioni), ovvero i criteri in base ai quali viene determinato il livello minimo di una prestazione in modo che sia uniforme su tutto il territorio nazionale: “Se una Regione concepisce le 23 materie come una cosa à la carte, ci tocca richiamare Garibaldi. C’è questo punto basilare, quindi mettiamo una norma che definisca il significato di ‘differenziata’, altrimenti era più onesto Bossi, che diceva ‘secessione’ e ciao”.
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L’ex ministro osserva: “Mentre al Senato c’è stata questa cosa qui, sta partendo anche la riforma sul premierato. Le cose si tengono, non c’è alcuna contraddizione tra autonomia differenziata e premierato, perché se si sfascia l’Italia, c’è bisogno ancora di più di un capo. E quindi – continua – la mistica del capo, la mistica della nazione e lo Stato arlecchino. Ma vogliamo scherzare? Attenzione, prendiamo ben sul serio questa cosa qui. E lo dico anche a chi sta snobbando il tema, dicendo ‘tanto non si fa’. No, questi vanno avanti, ragazzi. Cerchiamo di reagire un po’, qui c’è in gioco l’Italia. Qui si arriva allo sbrindellamento dello Stato, ci rendiamo conto?”.
E chiosa citando il padre della legge Porcellum: “Calderoli dice sempre che l’autonomia differenziata va bene per tutte le Regioni: per il Nord, il Sud, l’Est, l’Ovest. Per Calderoli, insomma, il maiale è tutto di prosciutti, nel senso che si sa che non esiste ma evidentemente lui deve averne un allevamento – conclude – perché da 20 anni ogni volta che presenta una legge, dice che ci guadagnano tutti. È sempre un win win, come dicono gli inglesi. In Emilia Romagna diciamo invece ‘maiale tutto di prosciutti’”.