La denuncia di Conte: “Meloni pensa agli influencer e intanto i prezzi salgono” [FOTO]

Giuseppe Conte ha fatto notare come mentre la premier parla di influencer, i prezzi del carrello per gli italiani salgono. I dati shock.

Giuseppe Conte ha fatto notare come mentre la premier parla di influencer, i prezzi del carrello per gli italiani salgono. I dati shock. “Meloni si dedica con massimo impegno ai pandori degli influencer. Il ministro Lollobrigida si ingegna a inviare la pasta nello spazio. Alle stelle ci va il carrello della spesa degli italiani.” Questo il post con cui il presidente del M5S commenta gli ultimi dati shock sul carrello della spesa degli italiani diffusi da Assoutenti ed Istat. Ma andiamo a vedere quanto sono saliti i prezzi dei beni alimentari nell’ultimo periodo.

I rincari della spesa

Secondo le stime preliminari Istat, nel mese di gennaio l’indice nazionale dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,3% su base mensile e dello 0,8% su base annua, in ripresa dallo 0,6% del mese precedente. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, il cosiddetto carrello della spesa, aumentano lievemente su base annua da +5,3% a +5,4%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto rallentano (da +4,4% di dicembre a +3,6%).
Nel mese di gennaio l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera da 3,1% a 2,8% e quella al netto dei soli beni energetici da 3,4% a 3,1%.

Istat segnala che l’accelerazione annua dell’inflazione è dovuta all’aumento dei prezzi dei servizi di trasporto (da +3,7% a +4,3%) e dei beni alimentari non lavorati (da +7,0% a +7,5%) e alla frenata della dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da -41,6% a -21,4%). Si attenua l’aumento dei prezzi dei servizi relativi all’abitazione (da +4,2% a +2,9%) e dei beni durevoli (da +1,5% a +0,8%). La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni rallenta la sua discesa (da -1,5% a -0,8%), mentre quella dei servizi decelera, pur rimanendo positiva (da +3,4% a +2,9%), determinando una diminuzione del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+3,7 punti percentuali, dai +4,9 di dicembre).

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