Alessandro Di Battista ha reagito in diretta web alle dimissioni di Sgarbi, intervistando i giornalisti dell'inchiesta sul quadro rubato.
Alessandro Di Battista ha reagito in diretta web alle dimissioni di Sgarbi, intervistando i giornalisti dell’inchiesta sul quadro rubato. Come sapete, nella giornata di ieri Vittorio Sgarbi ha rassegnato le sue dimissioni da sottosegretario ai Beni Culturali. Questa decisione ha provocato non poche reazioni nel mondo politico e giornalistico. Alessandro Di Battista, che era stato fra i più critici della nomina di Sgarbi a sottosegretario, ha intervistato in diretta web i due giornalisti che si erano occupati della famosa inchiesta del quadro rubato. Si tratta di Thomas Mackinson del Fatto Quotidiano e Manuele Bonaccorsi di Report. Entrambi hanno ripercorso tutto l’iter che li ha portati alla scoperta del famoso quadro rubato del Manetti. Nel corso della diretta, i tre hanno rivelato che in realtà i quadri erano due e che Vittorio Sgarbi è indagato per riciclaggio di beni culturali e per esportazione illegale di opere d’arte. Una vicenda sconvolgente che vi facciamo vedere nel video che trovate in fondo all’articolo.
Le dimissioni di Sgarbi
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Vittorio Sgarbi ieri ha annunciato le sue dimissioni immediate da sottosegretario del governo, in seguito a controversie legate alla sua posizione al Ministero della Cultura e a un’inchiesta giudiziaria. Al centro della bufera vi sono le segnalazioni del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, riguardanti compensi ricevuti da Sgarbi e l’inchiesta sulla sparizione di un’opera d’arte rubata, gestita dalla procura di Macerata. La situazione si è aggravata dopo un’intervista televisiva in cui Sgarbi ha avuto uno scambio acceso con il giornalista Manuele Bonaccorsi.
Durante un evento a Milano, Sgarbi ha ritirato gli auguri di morte precedentemente rivolti ai giornalisti, scusandosi per le sue parole e precisando che d’ora in poi esprimerà tali sentimenti senza le responsabilità di un sottosegretario. Ha sottolineato di non voler più ricoprire tale ruolo, distanziandosi dalla figura pubblica che aveva fino ad allora. La decisione di dimettersi è stata influenzata anche da una comunicazione dell’antitrust, che ha ricevuto segnalazioni anonime inviate dal ministro della Cultura. Queste segnalazioni indicavano una presunta incompatibilità di Sgarbi nel tenere conferenze, considerate illecite e in conflitto di interessi. Durante un discorso, Sgarbi ha dichiarato di volersi dimettere per evitare che il pubblico diventi complice di un reato, liberandosi così delle restrizioni del suo mandato per poter partecipare liberamente a trasmissioni televisive e conferenze.