Giurì d’onore, il commento di Scanzi: “Arbitro venduto” [VIDEO]

Andrea Scanzi ha commentato lo scioglimento del giurì d'onore deciso dal presidente della Camera Fontana dopo le dimissioni di due deputati.

Andrea Scanzi ha commentato lo scioglimento del giurì d’onore deciso dal presidente della Camera Fontana dopo le dimissioni di due deputati. Scanzi ha dapprima ripercorso cosa era accaduto con il giurì, spiegando che inizialmente era stata Meloni a mentire alla Camera sventolando un foglio di Di Maio in cui a suo dire ci sarebbero state le prove dell’approvazione del Mes da parte di Conte nel suo primo governo. Il presidente del M5S, però, ha reagito chiedendo il giurì d’onore contro la presidente del consiglio. Scanzi ritiene che il centrodestra avesse già deciso di salvare Meloni. E di conseguenza il Gran Giurì è saltato. Tutto come previsto.

Le parole di Scanzi e Conte sullo scioglimento del giurì

Nel pomeriggio era intervenuto anche Giuseppe Conte sull’argomento. “Forse Mulè e la maggioranza volevano far vincere facile Meloni” aveva detto il presidente M5S. Di lì a poco il presidente del Giurì, Giorgio Mulè, convoca la conferenza stampa durante la quale accusa l’ex premier di “oltraggio” alla Camera: “È singolare che Conte abbia ricavato la certezza di non andare incontro a un parere imparziale semplicemente leggendo la missiva di Vaccari e Zaratti, ed è singolare che lui, parte in causa, si erga a giudice”. “Interrompere la partita e abbandonare il campo come hanno fatto Zaratti e Vaccari – chiosa Mulè – portare via il pallone come ha fatto Conte, appartiene a una logica che per quanto mi riguarda non troverà mai cittadinanza nel mio modo di fare”.

Conte replica: “Il pallone io non l’ho portato via, perché non ce l’ho avuto mai in mano. Lo aveva invece il presidente Fontana e ha deciso, alla luce dei fatti sopravvenuti, che non si potesse proseguire”. “La metafora calcistica è del tutto fuori luogo e Mulè dovrebbe invece interrogarsi sul perché si è ritrovato senza commissari al fianco”, sottolinea, stigmatizzando l’assoluta “mancanza di autocritica” dell’esponente di Forza Italia.

Entrambi i duellanti denunciano, da fronti opposti, il mancato rispetto delle istituzioni. Per Mulè: “Se fossimo in tribunale saremmo di fronte a un palese oltraggio alla corte, in questo caso l’oltraggio è stato compiuto nei confronti delle istituzioni”. Mentre per il presidente M5S, “le istituzioni perdono sempre ogni qualvolta un presidente del Consiglio viene nell’aula del Parlamento a mentire agli italiani”.

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