Ospite a Tagadà su La7, Marco Travaglio ha commentato la protesta dei trattori con un affondo al ministro dei trasporti Matteo Salvini.
Ospite a Tagadà su La7, Marco Travaglio ha commentato la protesta dei trattori con un affondo al ministro dei trasporti Matteo Salvini. “Protesta degli agricoltori? Il paradosso dei paradossi è che Salvini, che sta cercando disperatamente di salire sui trattori per la sua guerricciola privata contro la Meloni, è lo stesso che ha fatto una legge che condannerebbe fino a 6 anni di carcere coloro che bloccano le strade. Come al solito, fanno le leggi senza pensare che poi possono cascarci i loro amici” dice il direttore del Fatto, che ricorda i decreti Sicurezza di Salvini sul reato di blocco stradale applicato agli attivisti di Ultima Generazione e ignorato per le contestazioni degli agricoltori. Travaglio aggiunge: “Non credo che il tentativo di Salvini di marciare alla guida dei trattori riuscirà, perché gli agricoltori non sono affatto stupidi e quindi dubito che si facciano strumentalizzare, targare e partitizzzare. Quello degli agricoltori è un movimento spontaneo, anche se poi molti cercano di metterci il cappello per tirare su qualche voto”.
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Il giornalista spiega poi le ragioni della protesta dei trattori che definisce ‘sacrosanta’: “Vanno analizzate tutte le ragioni di questa contestazione: oltre alle politiche green e fiscali, nel mirino degli agricoltori ci sono i trattati commerciali come l’intesa tra Ue e il Mercosur, cioè l’accordo tra Europa e paesi sudamericani (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay),che però coi loro prodotti rischiano di invadere senza garanzie il mercato europeo. Ma c’è anche la guerra in Ucraina – spiega Travaglio – Immaginate un piccolo imprenditore agricolo che si sente dire che non c’è una lira nella nuova Europa tornata all’austerità e che si prendono 50 miliardi e le si mandano all’Ucraina, cioè a un paese che non solo non fa parte della Ue e della Nato, ma che gli agricoltori considerano un concorrente sleale perché, da quando c’è la guerra, abbiamo allentato i controlli sulla qualità dei loro prodotti”. Travaglio ricorda che i primi agricoltori a protestare contro l’importazione dei prodotti agricoli ucraini sono stati quelli polacchi, che hanno chiesto il ripristino delle restrizioni commerciali con Kiev. E conclude: “Parliamo degli agricoltori del paese più filo-ucraino, peraltro. E non dimentichiamo il problema del Mar Rosso, cioè degli Houthi. Insomma, nelle proteste dei trattori, possiamo pensare al classico battito d’ali della farfalla che provoca l’uragano a distanze siderali perché tanti fattori impattano sui prezzi” conclude.