Ci sono stati tafferugli e scontri tra manifestanti e Polizia a Napoli davanti alla sede della Rai dopo il caso Ghali.
Ci sono stati tafferugli e scontri tra manifestanti e Polizia a Napoli davanti alla sede della Rai dopo il caso Ghali a Sanremo. Momenti di forte tensione davanti alla sede della Rai di Napoli, in viale Marconi, per una manifestazione organizzata dopo le polemiche seguite all’esibizione di Ghali a Sanremo e il comunicato dell’ad Sergio sul conflitto israelo-palestinese. Alcuni manifestanti volevano affiggere uno striscione ma il tentativo è stato bloccato dalle forze dell’ordine. Ci sono stati spintoni e manganellate.
La manifestazione organizzata da Potere al popolo
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La manifestazione è stata organizzata da Potere al Popolo, Rete per la Palestina Libera e disoccupati con l’ex sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Molti hanno tra le mani la scritta ‘IsRAIele’. Altri indossano maschere dell’alieno che ha accompagnato sul palco dell’Ariston il cantante mentre l’acronimo Rai è diventato ‘Rai televisione IsRAIeliana’. Circa duecento le persone davanti all’ingresso piantonato dalle forze di polizia. All’esterno della sede Rai sono esposte bandiere della Palestina e diversi cartelli, oltre a foto di bambini uccisi durante il conflitto in Medio Oriente. Almeno tre, a quanto si apprende, gli attivisti rimasti feriti durante gli scontri con le forze dell’ordine. Oltre a loro anche un fotoreporter presenta una ferita al sopracciglio.
Il caso Ghali-Rai
È partito tutto da quella frase (“stop al genocidio”) esclamata da Ghali al termine della sua performance sul palco dell’Ariston. Poi c’è stato l’attacco dell’ambasciatore d’Israele in Italia. Con un post su X, Alon Bar si scaglia contro l’edizione appena conclusa di Sanremo. “Ritengo vergognoso che il palco del Festival sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile. Nella strage del 7 ottobre, tra le 1200 vittime, c’erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso del Nova Music Festival. Altri 40 di loro, sono stati rapiti e si trovano ancora nelle mani dei terroristi”: scrive il capo dell’Ambasciata israeliana a Roma. Che poi aggiunge: “Il Festival di Sanremo avrebbe potuto esprimere loro solidarietà. È un peccato che questo non sia accaduto”.
Il rapper ha risposto all’ambasciatore d’Israele: “Mi critica? Il fatto che lui parli così non va bene… Io non so cosa rispondere, mi dispiace tanto che abbia replicato in questo modo. Ci sarebbero state tante cose da dire… Per cosa dovrei usare questo palco? Io sono un musicista e ho sempre parlato di questo da quando sono bambino”, ha detto il cantante, rispondendo ad una domanda sulle parole dell’ambasciatore. “Da quando ho scritto le mie prime canzoni, a 13-14 anni, parlo di quello che sta succedendo. Non è dal 7 ottobre, questa cosa va avanti da un pò… Il fatto che lui parli così non va bene… Continua questa politica del terrore, la gente ha sempre più paura di dire stop alla guerra e stop al genocidio. Le persone sentono che perdono qualcosa se dicono viva la pace, non deve succedere questo… Ci sono i bambini di mezzo: io da bambino sognavo e ieri sono arrivato quarto a Sanremo. Quei bambini stanno morendo, chissà quante star, quanti dottori, quanti geni ci sono tra loro…”, le parole di Ghali a Domenica In.