Corrado Formigli ha commentato in diretta ciò che è successo in Rai con il polverone sollevato dal caso Ghali a Sanremo.
Corrado Formigli ha commentato in diretta ciò che è successo in Rai con il polverone sollevato dal caso Ghali a Sanremo. Sentite Formigli: “Un tempo la Rai era un luogo di maggiore libertà. Non so se il termine ‘genocidio’ sia calzante per ciò che accade a Gaza, ma non è scandaloso parlarne davanti a una guerra che non si ferma. Ormai siamo quasi a 30.000 morti e un bravo analista dei numeri, Matteo Villa dell’ISP ha fatto notare che 30.000 morti equivalgono all’incirca a 1600 morti a settimana per 18 settimane. Grossomodo il numero di vittime israeliane del massacro del 7 ottobre, dunque in termini di vite umane, annientate, distrutte la guerra a Gaza equivale a un 7 ottobre alla settimana per 18 settimane.
Il segretario di Stato vaticano Parolin, praticamente il ministro degli esteri della chiesa cattolica, ha detto ‘siamo sdegnati per la carneficina’. E allora perché la parola genocidio non trovi uno che sia d’accordo per quanto riguarda questa strage di Gaza pronunciata a Sanremo dal cantante Ghali? Dovrebbe essere vietata perché desta così scandalo che qualcuno abbia pronunciato questa parola? Perché abbiamo dovuto assistere a questa scena umiliante per l’azienda pubblica per una conduttrice brava e molto esperta come Mara Venier, per i tanti cittadini che pagano regolarmente il canone Rai?” si chiede Formigli nel suo editoriale che vi facciamo vedere in fondo all’articolo.
L'editoriale di Formigli
Beccati! Arriva l’incontro shock tra Schlein e Draghi. Ecco cosa è successo – LA NOTIZIA SHOCK
L’incontro tra la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, e l’ex Presidente del Consiglio, Mario Draghi, rappresenta una mossa che
Si è scatenato il putiferio dopo le parole sul genocidio pronunciate da Ghali nella finale di Sanremo. È partito tutto da quella frase (“stop al genocidio”) esclamata da Ghali al termine della sua performance sul palco dell’Ariston. Poi c’è stato l’attacco dell’ambasciatore d’Israele in Italia. Con un post su X, Alon Bar si scaglia contro l’edizione appena conclusa di Sanremo. “Ritengo vergognoso che il palco del Festival sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile. Nella strage del 7 ottobre, tra le 1200 vittime, c’erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso del Nova Music Festival. Altri 40 di loro, sono stati rapiti e si trovano ancora nelle mani dei terroristi”: scrive il capo dell’Ambasciata israeliana a Roma. Che poi aggiunge: “Il Festival di Sanremo avrebbe potuto esprimere loro solidarietà. È un peccato che questo non sia accaduto”.
Sarà stato l’intervento di esponenti di entrambi le coalizioni, o forse il fatto che Ghali avesse appena risposto all’ambasciatore di Israele dagli schermi di Domenica In. Fatto sta che alla fine l’amministratore delegato di viale Mazzini ha offerto la sua solidarietà allo Stato ebraico. “Ho vissuto assieme all’ambasciatore Bar ed alla presidente Di Segni gli eventi che la Rai ha dedicato alla memoria della Shoah nell’ultima settimana di gennaio. E ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano – e continueranno a farlo – la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas, oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele ed alla comunità ebraica è sentita e convinta”, è la dichiarazione di Roberto Sergio letta da Mara Venier in diretta a Domenica In.