I sondaggi parlano chiaro. Caos all’interno del PD. Ecco cosa accadrà dopo le regionali

I sondaggi parlano chiaro per il PD le Regionali non si mettono bene.

Il politologo dell’Università Statale di Milano Paolo Natale, consulente dell’istituto di sondaggi Ipsos, commenta il potenziale impatto delle ultime vicende del PD sull’opinione pubblica. A partire dalla decisione di indire le primarie il 26 febbraio. Data prima anticipata, poi fatta slittare per non sovrapporsi alle Regionali del 12 e il 13 febbraio. Il sondaggista: “Dal punto di vista dell’impatto politico è una scelta suicida”, afferma in un’intervista a Italia Oggi. “Insomma, per come si sta mettendo, era meglio fare le primarie in primavera perché, anche se i sondaggi sono a picco, il Pd avrebbe avuto il tempo di “assorbire la botta delle amministrative” conclude.

Il congresso si sta traducendo in una lotta tra correnti e una semplice scelta tra aspiranti leader (il favorito sembra Stefano Bonaccini davanti a Elly Schlein). Con un po’ di tempo afferma Paolo Natale “riscaldare e motivare gli elettori, dispiegare il programma e fare un po’ di dibattito vero, andare a votare a ridosso di una nuova sconfitta non farebbe che deprimere ulteriormente l’elettorato di riferimento”.

Relativamente alla Lombardia con Pierfrancesco Majorino, sostenuto anche dal Movimento 5 stelle ribadisce “non ha chance di successo contro Attilio Fontana”.

Nel Lazio nessun accordo con Giuseppe Conte. Il candidato del Pd, l’ex assessore alla Sanità di Nicola Zingaretti, Alessio D’Amato, è stimato tra il 25 e il 30 per cento. Con il 15 per cento dei Grillini avrebbe potuto insidiare o anche battere il candidato del centrodestra, l’ex capo della Croce Rossa Francesco Rocca, dato al 40 per cento.

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