Il governatore della Campania De Luca ha ribadito che "dovranno sparargli in testa se vogliono fermarlo". E sugli insulti a Meloni...
Il governatore della Campania De Luca ha ribadito che “dovranno sparargli in testa se vogliono fermarlo”. Il governo Meloni paragonato a quello Badoglio, perché, sostiene, “sono scappati tutti”. E il concetto ribadito dopo le tensioni con la polizia di venerdì a Roma insieme a oltre 200 sindaci campani: “La prossima volta mi devono sparare in testa se vuoi fermarmi”. Vincenzo De Luca non arretra, anzi insiste nello scontro totale con l’esecutivo sui fondi Fsc e l’autonomia differenziata: “Di fronte a questo atteggiamento del governo, la nostra risposta è semplice: la dignità del Sud, della Campania e di Napoli non è in vendita. Abbiamo scelto di vivere da uomini liberi e su questo non arretreremo di un millimetro”.
E sugli insulti a Meloni...
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De Luca è tornato anche sull’insulto rivolto a Giorgia Meloni in un colloquio privato e ripreso dalle telecamere di La7: “Non mi faccio impressionare da niente e da nessuno, il vero insulto è trovare le porte sbarrate del governo e aver perso un anno e mezzo per sbloccare i fondi Fsc, firmando prima gli accordi con tutte le Regioni del Nord”, ha spiegato De Luca, che sul governo Meloni ha aggiunto: “Non può assumere le risorse pubbliche come un bottino personale. Ci sono regole della vita democratica e il potere non è fare quello che pare e piace, ma rispettare ruoli istituzionali”. Questo “scontro”, ha detto ancora, “non riguarda maggioranza e opposizione o destra e sinistra, ma il carattere della democrazia in Italia, perché un passo alla volta stiamo perdendo le regole democratiche fondamentali”.
Quindi un nuovo affondo: “Questo è il governo Meloni-Badoglio. Sono scappati tutti”. Di fronte alla protesta che ha capeggiato a Roma, ha sottolineato De Luca, l’esecutivo è stato “totalmente assente, abbiamo chiesto più volte di essere ricevuti tra Palazzo Chigi, la sede del ministero della Coesione e Montecitorio, ma l’unico rappresentante che ha difeso la dignità delle istituzioni è stato il prefetto di Roma”. Quindi si è scagliato anche contro il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: ”È stato latitante per tutta la giornata, nonostante la situazione che si era creata a Roma. La mia solidarietà va alle forze dell’ordine, che non sapevano come comportarsi”.