Nel suo ultimo Dataroom, Milena Gabanelli ha parlato dei tagli alla sanità del governo, ecco tutta la verità sulla situazione.
La carenza di medici che affrontiamo oggi è il risultato di errori commessi nel passato, ma non solo. Errori gravi che sono stati già denunciati più volte da Milena Gabanelli nel suo Dataroom: da un lato, il persistente blocco del turnover che ha causato la non sostituzione di 10 medici su 100 che andavano in pensione ogni anno per 15 anni; dall’altro, l’enorme divario tra il numero di medici che lasciano il Servizio Sanitario Nazionale per raggiunti limiti di età e il numero di nuovi entrati dalle Scuole di Specializzazione (con un record negativo di 15.585 tra il 2015 e il 2022). Tuttavia, entro il 2027, i numeri di uscite e ingressi dovrebbero tornare in equilibrio grazie all’aumento dei contratti di formazione nelle Scuole di Specialità.
Ma la scarsità di medici non è l’unica ragione per cui i concorsi per medici negli ospedali rimangono vacanti. Per comprendere cosa si cela dietro le statistiche ufficiali, Gabanelli ha condotto un’indagine approfondita, chiedendo alle Regioni di identificare i concorsi svolti che non hanno permesso di coprire i posti a causa della mancanza di candidati, soprattutto per alcune specialità critiche.
La verità sui tagli alla sanità
ULTIM’ORA – Arriva l’annuncio di Giuseppe Conte su costituente. “Abbiamo raggiunto…” – VITTORIA?!
“Soddisfazione per tutti, vittoria per chi ha deciso di decidere” Roma, 23 novembre – Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha
Ad esempio, i Pronto Soccorso sono particolarmente colpiti dalla carenza di personale. In Lombardia, per i posti presso il Papa Giovanni XXIII di Bergamo e gli Spedali Civili di Brescia, si presentano rispettivamente 30 e 16 candidati per 1 posto, mentre per altri ospedali centrali di Milano, come Fatebenefratelli e Sacco, si registrano rispettivamente 22 domande per 6 posti e 10 domande per 4 posti. Allo stesso tempo, in altre aree, come Bologna, si registrano concorsi deserti per posti presso ospedali di montagna, mentre per quelli in città si presentano numerosi candidati. Questi esempi evidenziano la preferenza dei medici per ospedali più grandi e prestigiosi, dove possono affrontare una casistica più ampia e sviluppare la propria carriera. Tuttavia, ciò comporta difficoltà nel riempire i posti presso ospedali meno attrattivi, specialmente nelle zone rurali o colpite da crisi come quella sismica. Per attrarre medici in queste zone, alcune Regioni offrono incentivi finanziari e abitativi.
Inoltre, la mancanza di personale ha portato gli ospedali a adottare misure tampone, come l’assunzione di medici a contratto attraverso cooperative o l’ingaggio di medici stranieri. Tuttavia, queste soluzioni temporanee non affrontano il problema di fondo e possono compromettere la qualità delle cure. In sintesi, le contromisure adottate finora hanno raggiunto i loro limiti. È necessario sviluppare soluzioni di politica sanitaria a lungo termine che mirino a garantire la qualità delle cure e a distribuire equamente i medici sul territorio nazionale, evitando di concentrarli solo nelle grandi città. Questo richiede non solo aumentare il numero di medici, ma anche creare incentivi mirati per attrarli verso le aree dove sono più necessari e considerare la riconversione dei piccoli ospedali in altre forme di presidi sanitari, dove opportuno.