Nell'ultima puntata di Fratelli di Crozza, Maurizio Crozza ha commentato la disfatta della Lega di Salvini in Sardegna.
Nell’ultima puntata di Fratelli di Crozza, andata in onda ieri in prima serata sul Nove, Maurizio Crozza è tornato a vestire i panni del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che in questo periodo non sembra imbroccarne una, tra il 3% delle elezioni in Sardegna, la sfiducia dei leghisti e Vannacci indagato. Eppure continua a gonfiare il suo ego: “Mi sono dimenticato di essere solo un enorme, barbuto, inutile, pallone gonfiato” dice Crozza nel video che vi facciamo vedere in fondo all’articolo.
L'attacco a Calenda e Piantedosi
ULTIM’ORA – Arriva l’annuncio di Giuseppe Conte su costituente. “Abbiamo raggiunto…” – VITTORIA?!
“Soddisfazione per tutti, vittoria per chi ha deciso di decidere” Roma, 23 novembre – Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha
Durante la puntata, poi, Crozza ha imitato anche Carlo Calenda, che dopo non essere riuscito a fare eleggere nessuno in Sardegna ora prova a fare l’ennesimo passo indietro: «Ma si rende conto che dovrò parlare con Conte! Si rende conto che dovrò parlare coi 5 Stelle dopo che ho detto che i 5 Stelle bisogna cancellarli! Dopo che ho detto che per me sono gas che ha inquinato la politica e verrà disperso. Si rende conto della quantità di cazzate che ho detto?!? Adesso mi scusi, me la faccia srotolare ché mi tocca andare da Conte con questa! La coda che ho tra le gambe da quando sono nato! È una vita che vivo con la coda tra le gambe! Io torno sempre indietro… a chiedere scusa con la coda tra le gambe” esclama il comico genovese.
Poi Crozza si sdoppia per portare sul palco l’incontro tra Matteo Piantedosi e Bruno Vespa dopo i fatti di Pisa. Il Ministro dell’Interno spiega perché ha deciso di rilasciare un’intervista proprio al giornalista Rai: “Io vengo qua da lei che ha quella correttezza tipica del giornalista che sa ascoltare annuendo. Lei spesso fa così con la testa… quando il Ministro parla. Questo è un grande pregio che ha lei, tutti bravi a fare domande scomode… ma pochi sanno ascoltare… e annuire… come lei”. Sipario.