Conte sbugiarda Meloni: “Il mio piattino l’ho riempito con…” [VIDEO]

Giuseppe Conte ha risposto a Giorgia Meloni sui fondi portati in Italia durante la pandemia. Sentite cosa le ha detto.

Giuseppe Conte ha risposto a Giorgia Meloni sui fondi portati in Italia durante la pandemia. Sentite cosa le ha detto. “Giorgia Meloni ha detto: ‘Io non vado in giro con il piattino in mano come abbiamo visto fare Conte e infatti mi ascoltano’. Il mio ‘piattino’ l’ho riempito di 209 miliardi, portati dall’Europa in Italia. Il tuo piattino, Giorgia, prevede almeno 12 miliardi l’anno di tagli e nuove tasse a carico degli italiani. A Bruxelles non ti hanno sentito fiatare, in compenso ti sentiamo ‘ruggire’ solo ai comizi. Patriota sì, ma solo a parole e rigorosamente entro i confini nazionali”. Così il presidente del M5S Giuseppe Conte sui social.

L'affondo a Meloni

Giorgia Meloni è in piena campagna elettorale, la leader di FdI ne ha per tutti e non le manda a dire a nessuno in tv. Si parte dalle Europee e dall’elmetto: “Ce l’ho – dice Meloni a Del Debbio su Rete 4 – perché sta uscendo una natura livorosa, rancorosa, dei nostri avversari e questo mi fa immaginare che accadrà un po’ di tutto, ma non mi preoccupa perché a me interessa il consenso. La metafora dell’elmetto, quello che si è messa per la campagna elettorale, permane: “Lo porto – prosegue Meloni – anche quando dormo”. Poi la frecciata a Giuseppe Conte, la premier non pesa le parole e va giù dritta: “Di rado mi sono vergognata di una persona come per lui, che andava dalla Merkel con il piattino in mano, a prendere ordini…”. Ma ne ha anche per la segretaria del Pd Elly Schlein: “Parlano di cose di 70 anni fa, non dei problemi della gente”.

La versione di Giorgia – riporta La Stampa – parte dagli scontri di piazza, dai manganelli di Pisa, evita le polemiche con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e si concentra, ancora una volta, sugli avversari politici. “Le lezioni sullo stato di polizia dalla sinistra italiana no, perché quando i manganelli volavano alle contestazioni della Festa dell’Unità lì andavano bene e quando si sparava con gli idranti addosso ai lavoratori seduti a terra perfettamente fermi, che chiedevano il diritto di poter lavorare durante il Covid con il tampone non c’ero io al governo e sono stati tutti zitti”. È un riferimento – conclude La Stampa – a Mario Draghi, suo predecessore, senza mai nominarlo. Guardate come le ha risposto Giuseppe Conte:

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