“Volevano uccidermi” la rivelazione di Ranucci ad Accordi e disaccordi [VIDEO]

Il conduttore di Report, Ranucci, ha partecipato alla trasmissione del Nove, Accordi e disaccordi, dove ha rivelato di avere la scorta.

Il conduttore di Report, Ranucci, ha partecipato alla trasmissione del Nove, Accordi e disaccordi, dove ha rivelato di avere la scorta. Luca Sommi a un certo punto gli ha chiesto: “Hai paura?” E il giornalista ha risposto: “Sì, ho ricevuto tante minacce, ma c’è di peggio nella vita. Io devo dire che all’interno della Rai mi sono sempre sentito libero, nonostante le 1000 difficoltà, ma lo sforzo di una squadra è frutto di un grandissimo lavoro di squadra. Siamo una trasmissione di approfondimento, anche quello che abbiamo fatto la domenica è un risultato enorme, soprattutto nei social, e quella voglia di profondità e quella voglia di di conoscere hai la sensazione di avere una trasmissione che ha come unico editore di riferimento il pubblico. Poi Sommi gli chiede se ha la scorta e lui risponde di sì, “perché c’è un mattacchione in un carcere di Padova, ex nostro cliente, che ha pensato di assoldare dei killer stranieri per uccidermi” rivela Ranucci in diretta.

E sulle regionali in Abruzzo...

Ospite in studio da Luca Sommi ad Accordi & Disaccordi, il giornalista d’inchiesta e conduttore dello “scomodissimo” Report Sigfrido Ranucci si è confrontato con il conduttore su una tematica più che mai attuale. Ovvero il motivo per cui tutte le volte che c’è un’elezione locale lo “sconfitto” assume una valenza quasi esclusivamente locale, mentre il vincitore è portato ad assumere un prestigio nazionale agli occhi dell’opinione pubblica. C’è da considerare il fatto che, almeno stavolta, l’Abruzzo viene visto più come un banco di prova dell’efficienza politica della destra che altro. La stessa sconfitta in Sardegna è stata derubricata dalla premier a mero incidente di percorso, dovuto all’errore di aver sottovalutato lo scarso appeal della candidata. Ma anche, perché no, alla staticità di una classe politica che credeva che il popolo non si appellasse al cambiamento dopo lo scossone degli scontri di Pisa. “È sempre la stessa storia.

Ammettere la sconfitta da parte di una classe politica più ampia è sempre complicato. Quello che si nota è la grandissima confusione che regna nel nostro paese sotto questo punto di vista. Bisogna anche capire come andranno le Europee, quello sarà il vero test. E non solo. Ritengo che quello sarà un momento molto difficile per l’informazione… probabilmente un tipo di informazione verrà derogata e un’altra, quella vera, verrà imbavagliata”. Ranucci dedica un ampio spazio del suo intervento al conflitto Russo-Ucraino. Ora che le elezioni negli Stati Uniti sono alle porte e che anche Putin ha ammesso “che preferirebbe Joe Biden” a guidare l’America, il vero dilemma è come e se cambierà il sostegno (anche in fatto di armamenti) all’esercito di Zelensky. Anche se la deriva dell’isolazionismo degli Stati Uniti è sempre più tangibile, per Ranucci Vladimir Putin sta mentendo: “Non è vero che Putin preferisce Biden. Basta andare indietro nella storia per capire quanto la Russia abbia appoggiato Trump proprio per cercare di scardinare l’Europa”.

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