Caos assegno unico, a marzo pagamenti in ritardo: ecco per chi

Ci sono problemi con l'assegno unico del mese di marzo per alcune famiglie italiane. Ecco chi lo riceverà in ritardo.

Secondo le comunicazioni dell’INPS, le date cruciali da segnare sul calendario vanno dal 18 al 20 marzo. Tuttavia, questa regola potrebbe non applicarsi a tutti. Alcune famiglie rischiano di ricevere l’assegno in ritardo, con la possibilità che la data di pagamento venga posticipata a fine mese. Nel 2023, diverse famiglie beneficiarie del Reddito di Cittadinanza hanno dovuto presentare una nuova domanda entro la fine di febbraio per garantirsi il sostegno per i figli a carico, il cui pagamento avviene attraverso l’Assegno Unico Integrato nella ricarica mensile.

Le novità di marzo

Gli importi dell’assegno previsti per il 2024 sono determinati in base all’adeguamento annuale dell’indice del costo della vita. Tuttavia, in assenza della comunicazione ufficiale dell’ISTAT riguardo a questo adeguamento, la mensilità di gennaio 2024 sarà calcolata utilizzando gli importi del 2023, soggetti poi a conguaglio con la successiva mensilità. Molti potrebbero trovarsi a ricevere l’importo minimo dell’assegno, pari a 57 euro, se non hanno presentato un ISEE aggiornato entro il 29 febbraio. Coloro che non lo hanno fatto hanno comunque la possibilità di recuperare.

Per continuare a ricevere il sostegno in base alla situazione reddituale, è necessario presentare l’ISEE aggiornato entro fine febbraio. Chi beneficia dell’assegno unico è automaticamente rinnovato, ma è obbligato a comunicare eventuali variazioni tramite una DSU aggiornata. È possibile aggiornare la DSU entro il 30 giugno 2024 per ricevere gli arretrati, con adeguamenti degli importi erogati a partire da marzo 2024.

L’aggiornamento dell’ISEE può avvenire online sul sito dell’INPS o presso le sedi territoriali INPS o un CAF convenzionato, compilando una DSU. A partire da febbraio, i beneficiari ricevono importi maggiorati. Gli importi per il 2024 variano da un minimo di 57 euro (per un figlio) a un massimo di 199,4 euro, in base all’ISEE del beneficiario e alle varie maggiorazioni previste.

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