Gasparri contro il pm Di Matteo, ecco perché

Maurizio Gasparri di Forza Italia ha attaccato il pm Nino Di Matteo, ecco la "bomba" sganciata dal Fatto Quotidiano.

Maurizio Gasparri di Forza Italia ha attaccato il pm Nino Di Matteo, ecco la “bomba” sganciata dal Fatto Quotidiano. Maurizio Gasparri, dicevamo, vuole punire il magistrato Antonino Di Matteo. Il motivo? Il libro scritto a quattro mani da Di Matteo che critica una sentenza della Corte Suprema riguardante la famigerata “Trattativa” tra Stato e Mafia. In qualità di ex Ministro durante il governo di Silvio Berlusconi e sostenitore convinto del ROS dei Carabinieri (Gruppo Operativo Speciale), Gasparri ha costantemente assunto una posizione inflessibile nei confronti della procura di Palermo e dei magistrati che hanno indagato sugli attentati dei primi anni ’90.

Perché lo vuole punire

Di recente Gasparri, tuttavia, si è schierato a difesa dei giudici della Corte Suprema, il tutto nel tentativo di opporsi a Di Matteo. Dopo aver apparentemente divorato il libro di Di Matteo, Gasparri ha concluso che il magistrato antimafia avesse formulato “gravi accuse e pericolose insinuazioni dannose per il prestigio della Corte Suprema di Cassazione”. Nel suo appello al Ministro della Giustizia Carlo Nordio, Gasparri non solo chiede un’indagine con possibili azioni disciplinari contro Di Matteo, ma sollecita anche un’analisi delle implicazioni penali derivanti dalle osservazioni fatte dal procuratore nel libro.

Gasparri mette in evidenza specifici passaggi del libro, accusando Di Matteo di violare i principi di “riserbo ed equilibrio” sostenendo che la Corte Suprema avesse comportamenti mafiosi, inclusa la minaccia e una riluttanza nel riconoscere determinati fatti. Inoltre, Gasparri sostiene che Di Matteo insinui che la Corte Suprema sia un organo giudiziario che rappresenta uno Stato criminale, timoroso di processare se stesso.

La richiesta di Gasparri mette Nordio sotto i riflettori, lasciando al Ministro della Giustizia la decisione se seguire o meno le richieste di Gasparri. L’esito di questa decisione avrà indubbiamente implicazioni di vasta portata, non solo per Di Matteo, ma anche per il panorama più ampio dell’indipendenza giudiziaria e della libertà di espressione in Italia.

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