Bersani contro Sechi da Gruber: “L’ipocrisia non ha limite!” E su Vannacci… [VIDEO]

Pierluigi Bersani ha avuto un battibecco con il direttore editoriale di Libero, Mario Sechi, in diretta da Lilli Gruber.

Pierluigi Bersani ha avuto un battibecco con il direttore editoriale di Libero, Mario Sechi, in diretta da Lilli Gruber. A Otto e mezzo, infatti, si parlava di questi famosi test ai magistrati ipotizzati dal governo Meloni. Sentite Bersani: “Il messaggio dei test è chiaro: un altro attacco alla magistratura. Hanno fastidio verso tutte le autorità indipendenti, se la sono presa anche con l’autorità anticorruzione, la Corte dei conti quanto guardava nel Pnrr, con le forze intermedie. A chi porta le armi è giusto fare tutti i test del caso, per il resto o li facciamo tutti perché ogni mestiere ha una responsabilità sociale o nessuno. Prendo quella di Gratteri come un’azzeccatissima provocazione”. Lo ha detto Pier Luigi Bersani ospite a Otto e mezzo su La7, in riferimenti ai test psicoattitudinali per i magistrati. Parlando di forze dell’ordine, Lilli Gruber ha aggiunto: “Anche Vannacci li ha fatti”. E Bersani: “Sì, e li ha superati… si vede che sono blandi“.

Come funziona questo test psico-attitudinale per i magistrati

Il “Minnesota multiphasic personality inventory” (MMPI), comunemente conosciuto come “Test Minnesota”, rappresenta uno dei test di personalità più utilizzati nel campo della psicologia, specialmente per quanto riguarda la valutazione delle caratteristiche patologiche della personalità. Questo strumento mette in luce una vasta gamma di profili psicologici, tra cui depressione, ansia patologica, psicosi, schizofrenia, paranoia e difficoltà nei rapporti interpersonali, oltre a un’incapacità dell’individuo nel gestire le situazioni. Santo Di Nuovo, professore emerito di Psicologia presso l’Università di Catania e ex presidente dell’Associazione Italiana di Psicologia, spiega che il nome del test deriva dall’Università del Minnesota, dove fu sviluppato e pubblicato per la prima volta nel lontano 1942. La versione più recente e ampiamente diffusa è l’MMPI-2, elaborata nel 1989 e soggetta a revisioni nel corso degli anni successivi.

L’MMPI-2 si compone di 567 affermazioni alle quali il soggetto deve rispondere indicando se le considera “prevalentemente vere” o “prevalentemente false”. Il tempo medio richiesto per completare il test varia dai 60 ai 90 minuti. Le domande spaziano da dichiarazioni apparentemente innocue, come “mi piacciono le riviste di meccanica”, a dichiarazioni più personali e intime, come “riesco ad esprimere i miei veri sentimenti solo quando bevo”. Giancarlo Cerveri, direttore del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze presso l’ASST di Lodi, illustra che il test è strutturato in 10 scale cliniche e 3 scale di validità. Queste ultime sono fondamentali per valutare la coerenza delle risposte e, di conseguenza, la affidabilità dei risultati. Le tre scale di validità aiutano a individuare se il soggetto tende a nascondere o esagerare alcuni aspetti del proprio pensiero. Esse riguardano la menzogna, il controllo emotivo e la tendenza a risposte atipiche.

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