Intervistato da Floris a Dimartedì, Maurizio Landini ha detto che "chi paga le tasse in Italia è un co***e". La reazione in studio.
Sentite cosa ha detto Maurizio Landini della CGIL in diretta tv da Giovanni Floris, a DiMartedì. “Se non ci fosse il sostituto d’imposta, se non ci fossero i dipendenti obbligati a applicassimo lo stesso tasso di evasione sui dipendenti degli autonomi, avremo 120 miliardi in più di evasione fiscale, ma è proprio questo che a me fa salire la rabbia: chi paga le tasse in Italia è considerato un coglione, non so se è chiaro. Perché tu favorisci sempre quelli che le evadono, io invece penso che ci debba essere un nuovo patto fiscale serio e la condizione per far crescere questo paese noi abbiamo bisogno di investire o di creare lavoro e avere cura del territorio, investire sulla formazione delle persone, quindi quelle risorse lì che oggi sono in base è un furto per il futuro del paese” spiega Landini nel suo intervento.
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Ma cosa prevede la riforma fiscale del governo Meloni? La riforma fiscale del governo Meloni è stata approvata e pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 14 agosto del 2023. Secondo l’esecutivo mira a semplificare il sistema tributario, ridurre il carico fiscale su cittadini e imprese e stimolare gli investimenti. Il Consiglio dei Ministri nelle scorse settimane ha approvato in via preliminare il decimo decreto attuativo della riforma fiscale per rendere più “veloce ed efficiente” la riscossione delle tasse.
I debiti lo scorso anno ammontavano a 1206 miliardi, e il provvedimento prevede un allungamento dei tempi per saldare quanto si deve al fisco: da 72 a un massimo di 120 rate mensili per chi documenta una obiettiva difficoltà a pagare. Landini a DiMartedì ha citato “condoni e sovracondoni”. Dal 2025 arriverà infatti lo stralcio per le cartelle non riscosse entro i cinque anni. Si tratta del “discarico automatico” delle cartelle, oltre al “discarico anticipato” nei casi di fallimento, liquidazione giudiziale o assenza di beni aggredibili.
La riforma fiscale avviata dal Governo è stata presentata il 13 marzo 2024 alla Camera dei Deputati dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro Giancarlo Giorgetti e il vice-ministro Maurizio Leo. Aspetto chiave è la modifica dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) con l’accorpamento in una sola aliquota del 23% dei primi due scaglioni (redditi fino a 28 mila euro), e le aliquote del 35% per i redditi tra i 28mila e i 50mila euro e del 43% sopra i 50mila euro.