Botta e risposta Scarpinato-Renzi al Senato: ecco cosa è successo [VIDEO]

Al Senato c'è stato un acceso botta e risposta fra Scarpinato del M5S e Matteo Renzi di Italia Viva. Ecco cosa si sono detti.

Al Senato c’è stato un acceso botta e risposta fra Scarpinato del M5S e Matteo Renzi di Italia Viva. Ecco cosa si sono detti. Scontro tra M5S e Italia viva, in Senato, durante la discussione del ddl Zanettin che disciplina il sequestro degli smartphone. Per Roberto Scarpinato “c’è il rischio che di alcune norme contenute nel provvedimento possano beneficiare anche i malintenzionati“. Alla fine del suo intervento, ha preso la parola Matteo Renzi, accusando l’ex procuratore di essere “un giustizialista come tutti i grillini. Quelli che lei definisce malintenzionati sono dei semplici cittadini, almeno finché non ci sarà una sentenza di condanna passata in giudicato”. In Aula scoppia il caos tra i due gruppi parlamentari, con la presidente di turno Anna Rossomando che cerca di riportare i colleghi alla calma.

Il video del dibattito

Via libera del Senato alla stretta sul sequestro di smartphone, pc e tablet nell’ambito delle indagini. Con 84 voti a favore, 18 contrari e 34 astenuti, l’Aula di palazzo Madama ha approvato il disegno di legge a firma Pierantonio Zanettin (Forza Italia) e Giulia Bongiorno (Lega), riscritto dal governo a febbraio tramite un emendamento del relatore, Sergio Rastrelli di Fratelli d’Italia. La norma centrale del testo è l’articolo 1, che inserisce nel codice di procedura penale (all’articolo 254-ter) una nuova e complessa disciplina del “sequestro di dispositivi e sistemi informatici o telematici”.

In sintesi, se adesso il pm può acquisire il device ed estrarne i contenuti in autonomia – con un semplice decreto motivato – domani serviranno due successive autorizzazioni del gip, una per il sequestro e un’altra per l’estrazione, entrambe impugnabili al Riesame e poi in Cassazione. Nel mezzo ci sarà una sorta di udienza per la duplicazione dei contenuti, con la partecipazione di una pletora di avvocati e consulenti di parte. In sostanza, quindi, una procedura che adesso può completarsi in un solo giorno o in poche ore domani richiederà almeno una settimana.

Ma cosa prevede nel dettaglio la nuova disciplina? Per acquisire uno smartphone o un pc, il pm dovrà chiedere l’autorizzazione al gip, che dà l’ok solo quando è “necessario per la prosecuzione delle indagini, nel rispetto del criterio di proporzione”. In sostanza, solo se “ne vale la pena” rispetto al reato contestato. “Entro cinque giorni dal deposito del verbale di sequestro”, si legge poi, il magistrato inquirente deve fissare data, ora e luogo del “conferimento dell’incarico per la duplicazione del contenuto” del dispositivo, avvisando una lunga serie di soggetti: l’indagato, ma anche “la persona alla quale le cose sono state sequestrate, quella che avrebbe diritto alla loro restituzione” e “la persona offesa dal reato”.

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