Serena Bortone ha deciso di leggere in diretta tv il famoso monologo dello scrittore Scurati censurato dalla Rai per il 25 aprile.
All’inizio del programma “Che sarà”, in onda su Rai 3, la conduttrice Serena Bortone ha letto il monologo censurato di Antonio Scurati sul 25 Aprile che lo stesso scrittore avrebbe dovuto recitare stasera in trasmissione. La partecipazione di Scurati è stata annullata a meno di 24 ore dalla messa in onda.
Il monologo di Scurati censurato dalla Rai
Sommi show da del Debbio, smonta deputato FDI su Migranti, Elon Musk e Giudici – Video
Nella serata di questa sera, durante la trasmissione Dritto e Rovescio condotta da Paolo Del Debbio su Rete 4, si
Ecco il testo del famoso monologo di Scurati: “Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro”.
“Mussolini fu immediatamente informato. Oltre che del delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania”. “In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944. Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati”. “Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia? Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via”.
L'affondo a Meloni
“Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023)”. “Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana” si legge.
Il video di Bortone
Il giornalista Lorenzo Tosa scrive sui social: “Una buona notizia nel buio. Massimo Gramellini ha annunciato che il monologo di Scurati sul 25 aprile censurato dalla Rai sarà ospitato e letto a stasera nella sua trasmissione su La7. Un bel gesto, significativo, nella forma e nella sostanza, che dimostra due cose: Che esistono per fortuna ancora degli spazi liberi in tv in cui poter esprimere le proprie idee. Purtroppo per noi su reti private e non su quello che dovrebbe essere il Servizio pubblico. Che chi si illudeva di censurare l’antifascismo ha finito per renderlo virale, letto, diffuso e ascoltato dieci, venti volte tanto quello che sarebbe mai stato letto, diffuso e ascoltato se l’avessero lasciato al suo posto. In fondo, non c’è contrappasso più bello, più giusto di questo”.
Le reazioni politiche e non al monologo di Bortone non si sono fatte attendere. Fiorello ci scherza sù, mentre il capogruppo di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, chiede le dimissioni di Bortone e invita la Vigilanza Rai ad intervenire. Tuttavia, Foti sostiene che non ci sia stata censura, poiché il testo è stato pubblicato sui social da Giorgia Meloni. Il giornale Libero riporta che lo spettacolo “Don Camillo” ha avuto più ascolti del programma di Bortone. Bortone, attesa dall’amministratore delegato della Rai Roberto Sergio, non commenta direttamente la situazione e si concentra sulla presentazione del suo libro. La Rai è sotto pressione, con l’era Corsini di Rai3 in difficoltà, e l’aria è tesa a Viale Mazzini. Tuttavia, Fiorello scherza sulla situazione, suggerendo sarcasticamente che a Bortone potrebbe essere affidato un varietà su Rai Uno come “punizione”.