Ospite in studio ad Accordi e disaccordi da Luca Sommi, Marco Travaglio ha commentato il 25 aprile, ecco cosa ha detto.
Durante l’ultima puntata di ‘Accordi&Disaccordi’ su Nove, condotta da Luca Sommi e con la partecipazione di Andrea Scanzi, il giornalista Marco Travaglio ha espresso opinioni forti riguardo alle polemiche che spesso accompagnano le celebrazioni del 25 aprile, la giornata della Liberazione. Travaglio ha iniziato affrontando il tema della definizione di fascismo, sottolineando che etichettare qualcuno come fascista e insistere perché si dichiari antifascista può essere contraddittorio. Ha portato l’esempio della Meloni, evidenziando che se lei si dichiarasse antifascista, verrebbe comunque criticata. Analogamente, ha evidenziato il dilemma di coloro di ideologia di destra che partecipano alle celebrazioni del 25 aprile ma vengono contestati.
"La Meloni antifascista?"
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Successivamente, Travaglio ha proposto un’analisi storica, sottolineando come anche la Brigata ebraica, che ha un legame diretto con il 25 aprile, sia stata oggetto di contestazioni. Ha poi affrontato il coinvolgimento di filopalestinesi e ucraini nelle polemiche, criticando il loro approccio alla memoria storica. Ha ricordato che durante la Seconda Guerra Mondiale, la leadership palestinese e ucraina aveva legami con le SS, sottolineando l’importanza di comprendere appieno la storia prima di protestare. Infine, Travaglio ha ribadito l’importanza di capire il significato delle celebrazioni del 25 aprile e ha criticato l’eccessiva politicizzazione dell’evento, avvertendo che potrebbe trasformarsi in un’occasione di scontro anziché di ricordo. Ha concluso affermando che tutti devono avere spazio per partecipare alle celebrazioni senza escludere nessuno in base alle proprie convinzioni politiche.
Le osservazioni di Travaglio hanno sollevato una discussione sul significato e sulla memoria storica legata al 25 aprile, evidenziando la complessità e la sensibilità del tema.