In collegamento a Zona bianca, il presidente del M5S Giuseppe Conte ha attaccato Santanchè. Ecco cosa ha detto.
In collegamento a Zona Bianca, il presidente del M5S Giuseppe Conte ha attaccato Santanchè. Ecco cosa ha detto. “Mi scusi, la Santanchè era insieme alla Meloni contro le misure che feci durante la pandemia e ora si viene a sapere di questa sua truffa ai danni dell’INPS, con i fondi del covid. Santanchè è venuta in parlamento a mentire, ed è gravissimo che rimanga ancora lì al suo posto. Perché è ancora più grave, se mi permette, anche la complicità politica, intendo dire la copertura politica della Meloni, si dovrebbero vergognare.” esclama Conte. Il conduttore rimane spiazzato e dice: “Allora, ovviamente anche qui parole pesantissime, lei si assume chiaramente la responsabilità…” E Conte: “Certo che me ne assumo la responsabilità, è tutto contestato e su cui ovviamente i documenti parlano chiaro. La Meloni è responsabile di questa copertura politica, perché dovrebbe pretendere le dimissioni della ministra Santanchè” conclude il presidente del M5S.
La decisione della Procura su Santanchè
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La Procura di Milano ha avanzato una richiesta di rinvio a giudizio per il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, insieme ad altre due persone, incluso il suo compagno, Dimitri Kunz, e per le società Visibilia Editore e Visibilia Concessionari. Le accuse riguardano un presunto caso di truffa aggravata ai danni dell’Inps, connessa a presunte irregolarità nell’ottenimento della cassa integrazione in deroga Covid per 13 dipendenti. Questo è stato reso noto attraverso una nota ufficiale della Procura. La richiesta di processo è stata formulata in seguito alla conclusione delle indagini sulla tranche del “pacchetto Visibilia”, completate il 22 marzo. Oltre alla senatrice di Fratelli d’Italia e ministro del Turismo, il compagno Dimitri Kunz e Paolo Giuseppe Concordia, collaboratore esterno con responsabilità nella gestione del personale delle due società, sono coinvolti nella richiesta di rinvio a giudizio.
Secondo l’accusa, durante il periodo compreso tra il 31 maggio 2020 e il 28 febbraio 2022, sia Santanchè che Kunz avrebbero avuto un ruolo decisionale nell’amministrazione delle due società, e insieme a Concordia sarebbero stati consapevoli dell’ottenimento “indebito” della cassa integrazione in deroga per i dipendenti, a supporto delle imprese colpite dalla pandemia Covid. Le testimonianze dei dipendenti raccolte durante le indagini hanno confermato che il ministro era a conoscenza del fatto che i dipendenti continuavano a lavorare mentre ricevevano indebitamente compensi dalla cassa integrazione. In particolare, sono stati versati oltre 126.000 euro direttamente ai dipendenti o alla società, corrispondenti a oltre 20.000 ore di lavoro, di cui oltre 36.000 euro a favore di Visibilia Editore e quasi 90.000 euro a favore di Visibilia Concessionaria.
Gli inquirenti hanno anche evidenziato il presunto utilizzo di integrazioni salariali per compensare le minori entrate dalla cassa integrazione rispetto agli stipendi regolari, con “finti rimborsi per note spese”. La richiesta di rinvio a giudizio fa seguito alla chiusura delle indagini sulla seconda tranche del “pacchetto Visibilia”. L’unica persona a essere interrogata dopo la chiusura delle indagini è stata Concordia. Santanchè è anche accusata di falsificazione di bilancio insieme ad altre 16 persone e tre società in questa seconda tranche, il cui processo è previsto nelle prossime settimane.