AUTONOMIA. DONNO (M5S): TRE GIORNI DI PROGNOSI E HO ANCORA DOLORE AL PETTO
“Ho questo dolore al petto, ho fatto la TAC e ho avuto 3 giorni di prognosi. Se non ci fossero stati i commessi che cosa sarebbe successo? Quale era obiettivo? Lasciarmi per terra? Farmi fuori? Ho fatto fatica a spiegare a mio figlio di 6 anni come mai fosse successa una cosa del genere alla Camera. Ho provato a dire a mio figlio che era un gioco”. Lo ha dichiarato Leonardo Donno, deputato del M5S, durante la trasmissione ‘Agorà’ su RaiTre, riferendosi agli eventi di ieri a Montecitorio nel corso dell’esame del ddl sull’autonomia differenziata.
La tensione tra le forze politiche
La vicenda ha sollevato immediate e forti reazioni all’interno del panorama politico. Laura Boldrini, deputata del PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, ha espresso una dura condanna per quanto accaduto, descrivendo l’episodio come una “aggressione squadrista”. Durante il processo verbale, Boldrini ha sottolineato l’inaccettabilità di derubricare l’episodio a “disordini”, rimarcando la necessità di chiamare i fatti con il loro nome e di sanzionare i responsabili: “Non possiamo normalizzare il linguaggio e la violenza fascista nell’aula del Parlamento”.
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Le Accuse del M5S
I deputati del M5S sono intervenuti in massa alla Camera, difendendo con fermezza il collega Leonardo Donno e criticando aspramente la maggioranza. Il deputato Marco Pellegrini ha parlato di una vera e propria “aggressione squadrista”, mentre Agostino Santillo, vicecapogruppo M5S, ha denunciato una “escalation fascista”. Alfonso Colucci ha definito il verbale della seduta “un’offesa”, e Vittoria Baldino ha chiesto la sospensione della seduta e l’istituzione di un ufficio di presidenza per accertare la verità dei fatti: “Le immagini di questa vile aggressione squadrista stanno facendo il giro del mondo”.
L’episodio ha riacceso il dibattito sulla violenza politica e sul linguaggio utilizzato nelle istituzioni. Il deputato Enrico Cappelletti ha ricordato il centenario dell’omicidio di Giacomo Matteotti, utilizzando il parallelo storico per sottolineare la gravità degli avvenimenti: “Ancora episodi di squadrismo a cento anni dall’omicidio di Matteotti”.
“Donno poteva morire”
Quello ricevuto dall’onorevole Donno “è un colpo vietato anche nella lotta libera, poteva morire!”. Lo ha detto la parlamentare M5s Susanna Cherchi intervenendo alla Camera durante la contestazione delle opposizioni al processo verbale in Aula alla Camera.