Al Monk di Roma, è stata proiettata la seconda puntata di Gioventù Meloniana, l’inchiesta di Fanpage.it sull’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia, Gioventù Nazionale. L’evento, disponibile anche sul canale YouTube di Fanpage, ha visto la partecipazione di oltre 1500 persone, rendendo necessario l’allestimento di un maxischermo all’aperto per trasmettere l’inchiesta all’esterno del teatro, dove ormai la capienza era stata raggiunta.
Nuovi Risvolti Sconvolgenti
La seconda puntata dell’inchiesta ha rivelato nuovi elementi inquietanti, tra cui atteggiamenti e insulti antisemiti dei membri di Gioventù Nazionale, aggiungendosi agli inni al Duce e alla simbologia nazifascista già emersi dalla prima parte. L’inchiesta, realizzata dall’unità investigativa Backstair di Fanpage.it, è disponibile in Creative Commons e può essere condivisa e scaricata a questo link.
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Un Dibattito Acceso
Ad aprire l’evento è stato il direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato, che ha spiegato: “Rispetto alla congiura del silenzio voluta da Giorgia Meloni e dal suo partito, abbiamo voluto portare ancora materiale, nuovi elementi di cui parlare”. Sul palco si sono susseguiti interventi di figure di spicco come i giornalisti Roberto Saviano e Corrado Formigli, e la storica Michela Ponzani.
“Di fronte agli spazi ufficiali non hanno piacere a interloquire e giustificare. Perché cosa fanno? Si dichiarano fascisti? Chiaro che non puoi. Ma non puoi perché non si identificano davvero in questo sentire, ma da un lato devi mostrarti liberale per sederti ai tavoli dei finanziamenti, calmare un pezzo di imprenditoria. Dall’altro invece, hai una posizione autoritaria, reazionaria, forte, violenta”, ha commentato Saviano durante il suo intervento.
Formigli ha aggiunto: “Considero l’inchiesta di Fanpage una grande inchiesta perché il giornalista è quello che non chiede permesso a nessuno”.
Ponzani ha concluso: “Se veramente questa classe dirigente, questa destra vuole essere una destra liberale, moderna, deve fare i conti con questa storia, deve aprirli e chiuderli una volta per sempre. Deve dirci che cosa significa e per quale motivo noi dovremmo ricordare non Giacomo Matteotti, ma Italo Foschi che è stato uno squadrista violento”.
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