Ponte sullo Stretto, disastro Lega: arrivano Nuove Misure di Sicurezza shock? Ecco cosa rischia chi manifesta!

Un recente blitz della Lega ha portato all’approvazione di due emendamenti che inaspriscono le pene per chi protesta contro le grandi opere infrastrutturali, come il ponte sullo Stretto di Messina. Chi manifesta in modo “minaccioso o violento” rischia ora fino a 25 anni di carcere. Inoltre, lo Stato anticiperà fino a diecimila euro di spese legali per ogni grado di giudizio per i membri delle forze dell’ordine accusati di violenze durante il servizio.

I Provvedimenti Approvati

– *Aumento delle Pene:* L’emendamento proposto dal deputato leghista Igor Iezzi introduce una nuova aggravante per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Se la violenza o la minaccia è commessa per impedire la realizzazione di un’opera pubblica o infrastruttura strategica, la pena può essere aumentata fino a un terzo. Questo si aggiunge alle aggravanti già esistenti, portando le possibili pene a un massimo di 27 anni di carcere per un attivista coinvolto in proteste di gruppo o distribuzione di volantini anonimi.
Ma non solo…

– *Spese Legali per le Forze dell’Ordine:* Un altro emendamento, a firma di Igor Iezzi e Laura Ravetto, permette allo Stato di anticipare le spese legali per poliziotti e carabinieri indagati o imputati per reati inerenti al servizio. Finora, la difesa gratuita era garantita solo se affidata all’Avvocatura dello Stato. Il nuovo provvedimento raddoppia il budget disponibile a diecimila euro per fase del procedimento, con uno stanziamento annuo di 860mila euro a partire dal 2024.

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La proposta ha scatenato forti reazioni tra i deputati di opposizione. Valentina D’Orso del M5S accusa la Lega di voler punire i manifestanti per il loro tipo di protesta. Carmela Auriemma sostiene che la nuova aggravante punisce strategicamente il dissenso, mentre Devis Dori di Alleanza Verdi e Sinistra denuncia un attacco mirato alle manifestazioni pacifiche. Riccardo Magi di +Europa critica la misura come un processo alle intenzioni.

Dal lato del governo, il sottosegretario leghista all’Interno, Nicola Molteni, e il leader della Lega, Matteo Salvini, hanno accolto con entusiasmo l’approvazione degli emendamenti, definendoli un risultato storico. Tuttavia, l’Alleanza Verdi e Sinistra contesta la misura, evidenziando il rischio di copertura legale per agenti infedeli o coinvolti in casi di tortura, come quello di Stefano Cucchi.

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