La mossa shock di Ranucci: “Non andrò ai palinsesti Rai, ‘Report’ merita di…. Cosa sta succedendo” – il VIDEO

Sigfrido Ranucci, noto giornalista e conduttore del programma di inchieste “Report”, ha annunciato la sua decisione di non partecipare alla presentazione dei palinsesti Rai per la prima volta in trent’anni. La decisione arriva in un momento di tensione per il giornalista, che ha espresso preoccupazione per il rispetto e il valore che “Report” riceve all’interno dell’emittente pubblica.

Ranucci ha rivelato la sua scelta durante un incontro con il pubblico alla 23esima edizione del Libro Possibile, dove presentava il suo volume “La scelta”. Rispondendo alle domande dei giornalisti, ha sottolineato l’importanza del programma “Report” come risorsa interna, lodando il suo ruolo cruciale nel servizio pubblico e criticando l’ipotesi di un eventuale spostamento d’orario su Rai 3. “Credo che ‘Report’, una risorsa interna, essendo stata premiata come la migliore trasmissione di informazione, quella che incarna di più il servizio pubblico, meriti in assoluto più rispetto”, ha affermato Ranucci.

Nel suo libro, Ranucci affronta temi cruciali come la libertà d’informazione, i rischi che questa corre e il suo impegno personale e professionale per mantenere un’informazione libera e indipendente in Italia. Ha dichiarato di sentirsi libero nel suo lavoro, nonostante le sfide e le pressioni costanti, e di aver sempre privilegiato il pubblico come unico editore di riferimento, rimanendo indipendente da influenze politiche o di poteri forti.

Ranucci ha anche ricordato le difficoltà e i pericoli affrontati dai giornalisti in Europa, citando i casi di colleghi uccisi negli ultimi anni e l’alto numero di giornalisti sotto tutela in Italia. Ha criticato le leggi restrittive e i rischi legati alla divulgazione di informazioni, sottolineando l’importanza del giornalismo investigativo e il pericolo di misure punitive che potrebbero limitare la libertà di stampa.

Riguardo al caso di Julian Assange, Ranucci ha espresso il suo rammarico per le conseguenze subite da Assange, pur riconoscendo l’importanza delle informazioni rivelate su crimini di guerra e sulla gestione governativa.

In conclusione, Ranucci ha ribadito la sua determinazione a difendere l’indipendenza e la libertà di informazione, rimanendo fedele ai principi che hanno guidato il suo lavoro e il successo di “Report”.

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