Chiara Appendino contro Fratelli d’Italia e CasaPound: così asfalta La Russa – VIDEO

 La vicepresidente del Movimento 5 Stelle, Chiara Appendino, ha preso una posizione ferma e decisa contro Fratelli d’Italia (FdI) e CasaPound in merito all’aggressione subita dal giornalista de “La Stampa”, Andrea Joly, da parte di militanti del gruppo neofascista CasaPound. In un acceso intervento alla Camera dei Deputati, Appendino ha criticato aspramente il collega Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia, accusandolo di nascondere la testa “come uno struzzo” per non riconoscere la matrice fascista di CasaPound.

“La violenza va condannata senza mezzi termini, ma non basta limitarsi a dichiarazioni generiche. Il ministro Piantedosi deve venire in Aula a riferire, non ci bastano parole vaghe. Donzelli deve prendere le distanze da un movimento dichiaratamente fascista se vuole sedere in quest’Aula”, ha dichiarato Appendino.

La vicepresidente del Movimento 5 Stelle ha inoltre stigmatizzato le risposte di rito provenienti dai banchi di Fratelli d’Italia e della Lega, definendole insufficienti. “Non possiamo accettare che vi limitiate a banali dichiarazioni di condanna per lavarvi la coscienza. Siete voi che manifestate con CasaPound, condividendo e avallando il loro ruolo sociale e politico. Candidate esponenti di CasaPound nelle vostre liste e innalzate a simbolo morale persone come il Generale Vannacci, che legittimano messaggi fascisti”, ha continuato Appendino.

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La denuncia della vicepresidente del M5S non si è fermata qui. Ha anche ricordato come nei circoli giovanili di Fratelli d’Italia si alimenti un clima culturale che sfocia in atteggiamenti fascisti e come in Aula si mostri senza vergogna il simbolo della Decima Mas, mentre si aggrediscono fisicamente deputati che consegnano pacificamente una bandiera tricolore.

L’intervento di Chiara Appendino ha messo in luce una tensione crescente tra le forze politiche italiane, esacerbata dagli episodi di violenza e dall’accusa di connivenza con movimenti neofascisti. Le sue parole richiamano alla necessità di un’azione più decisa e di un riconoscimento chiaro delle responsabilità politiche e culturali che alimentano tali fenomeni.

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