Maurizio Crozza torna a far parlare di sé con la sua inconfondibile satira, in vista del ritorno in prima serata su Nove e in streaming su discovery+ con il programma “Fratelli di Crozza”, a partire dal 27 settembre. Tra le maschere più attese c’è quella del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che Crozza ha sapientemente reinventato, ispirandosi agli eventi più recenti legati all’intervista del ministro al Tg1. L’occasione per Crozza era troppo ghiotta per non coglierla: l’intervento di Sangiuliano, e il polverone mediatico legato al caso Boccia, sono diventati subito materiale per una delle sue pungenti parodie.
Nel nuovo spot di lancio del programma, Crozza si cala perfettamente nei panni del ministro Sangiuliano, mettendo in scena una delle sue celebri interpretazioni satiriche. Tra ironia e finte lacrime, il Sangiuliano di Crozza si sfoga: “Ma quale ministro, sono uno zimbello dopo la figura che ho fatto ieri a reti unificate”. Aggiungendo con tono sconsolato: “Ah, non era a reti unificate? Solo Rai1? E vabbè, perché ho fatto ritardare ‘Affari tuoi’ per raccontare i miei c****i”. La satira pungente di Crozza trova il suo apice quando il personaggio sottolinea gli errori e le gaffe mediatiche del vero Sangiuliano, trasformando in risata ciò che in molti hanno visto come un momento di imbarazzo per il ministro.
La vicenda che Crozza sfrutta abilmente riguarda l’intervista di Sangiuliano, durante la quale il ministro si è trovato al centro delle critiche anche per la sua controversa gestione della cultura e alcune dichiarazioni alquanto discutibili, come quella che Dante fosse di destra o che Times Square si trovasse a Londra. Per non parlare dell’errore storico su Cristoforo Colombo e Galileo Galilei, inserito a sproposito in una ricostruzione temporale errata. Crozza non manca di sottolineare queste “gaffe storiche” con il suo classico stile caustico, dichiarando: “Di cose buone ne ho fatte tante, ce le ho tutte qua”. E ancora: “Non si ricorda quando ho detto che Dante era di destra? Che Times Square era Londra?”.
Ma Crozza va oltre. Il momento clou della parodia arriva quando il finto Sangiuliano fa riferimento alla premier Giorgia Meloni, con la quale, secondo Crozza, ci sarebbero state delle tensioni non da poco. “Io mi sarei dimesso, ma quella bionda voleva umiliarmi. No, non la Boccia… la Meloni!”. Il riferimento scherzoso alla giornalista Francesca Boccia, al centro di alcune voci che la vedevano in stretta vicinanza con il ministro, si trasforma in un’accusa immaginaria verso Meloni, amplificando il carattere grottesco del personaggio. Crozza descrive una Meloni “più cattiva dei comunisti”, capace di mettere in difficoltà Sangiuliano durante il suo intervento al Tg1.
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L’ironia della parodia non si ferma qui. Crozza accenna alle tensioni interne al governo e al caso mediatico che ha coinvolto Sangiuliano e Boccia. Nei giorni precedenti all’intervista, alcuni giornali avevano infatti ipotizzato una relazione tra il ministro e la giornalista, insinuando un possibile legame sentimentale. La vicenda aveva fatto scalpore, tanto da attirare l’attenzione dei paparazzi e finire sui titoli di diversi quotidiani, con alcune insinuazioni che parlavano di foto “più delicate”.
Crozza, abilissimo nel cogliere e ridicolizzare queste dinamiche, trasforma l’intera storia in uno sketch irresistibile. Il suo Sangiuliano si presenta quindi come un uomo sconfitto, vittima delle sue stesse gaffe e delle “macchinazioni” di una Meloni spietata. “Meloni è più che cattiva, è proprio una grandissima… quello che le ha detto De Luca!” continua Crozza, riferendosi con tono esasperato alle critiche ricevute in ambito politico.
Il ritorno di Fratelli di Crozza si annuncia quindi esplosivo, con Crozza che dimostra ancora una volta di essere il maestro della satira politica in Italia. Ogni puntata promette di essere un appuntamento imperdibile per gli amanti del genere, con uno sguardo sempre attento e graffiante sulle vicende politiche del paese.
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