Il servizio shock di Piazzapulita che mostra con che criteri Meloni sceglie gli uomini alla guida delle aziende di Stato. Trovate il video imbarazzante a fine articolo.
“Io ho il mito di Giorgia Meloni. Mi passo le giornate a vedere i suoi video perché imparo. A me Giorgia insegna”, così Fabio Tagliaferri, presidente e amministratore delegato di Ales Spa, società del ministero della Cultura, aveva detto a Roberta Benvenuto a febbraio 2024, subito dopo la nomina.
La recente nomina di Fabio Tagliaferri, ex assessore e vicesindaco di Frosinone, come presidente del consiglio di amministrazione di Ales Spa, una società partecipata del Ministero della Cultura, ha scatenato un’ondata di polemiche politiche. Ales, incaricata della gestione di importanti servizi culturali in Italia, si trova ora al centro di una tempesta mediatica, in gran parte dovuta alla connessione di Tagliaferri con Arianna Meloni, sorella del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
La nomina di Tagliaferri è stata conferita dall’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, attualmente coinvolto in un’indagine della Procura di Roma per reati di peculato e rivelazione di segreti d’ufficio, legati alla sua relazione con Maria Rosaria Boccia. La coincidenza temporale di questi eventi ha suscitato l’attenzione dell’opposizione, con Matteo Renzi in prima linea, accusando il ministro di aver favorito un candidato con legami politici e privo di un curriculum adeguato nel campo culturale.
Renzi ha espresso preoccupazione per la trasparenza e l’integrità della gestione culturale italiana, lanciando ombre sul legame tra la nomina di Tagliaferri e le presunte influenze politiche legate alla famiglia Meloni. Secondo Renzi, è fondamentale fare luce sulle modalità con cui sono state prese decisioni cruciali per la gestione culturale del Paese, sollevando dubbi su possibili assunzioni “marchetta” o favoritismi verso gli amici della maggioranza.
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La difesa di Tagliaferri
Fabio Tagliaferri ha risposto alle accuse sottolineando che la sua amicizia con Arianna Meloni non è mai stata nascosta, ma che questo legame non ha influito sulla sua nomina. Ha difeso il suo operato e la sua lunga carriera politica, durante la quale ha svolto ruoli di rilievo a Frosinone, dichiarando che la sua nomina non dovrebbe essere gettata nel “calderone” delle accuse politiche.
Il ruolo di Arianna Meloni e le pressioni del centrodestra
Tagliaferri è una figura nota a livello locale, con una lunga esperienza politica. Tuttavia, la sua stretta connessione con Arianna Meloni ha portato molti a sospettare che la sua nomina sia parte di un sistema di favori all’interno del centrodestra. Tagliaferri, pur riconoscendo il ruolo di Meloni in alcune delle sue scelte politiche passate, nega che ciò sia legato a favoritismi recenti.
Conclusioni
Questa vicenda mette in luce i complessi legami tra politica e cultura in Italia, sollevando interrogativi sulla trasparenza delle nomine nelle istituzioni pubbliche. Se da un lato Tagliaferri difende la sua esperienza e competenza, dall’altro le accuse mosse dall’opposizione alimentano un dibattito più ampio su come il potere politico possa influenzare la gestione del patrimonio culturale del Paese.
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