Scontro acceso a “L’aria che tira” (La7) sul tema del ddl sicurezza del governo Meloni, che ha visto il senatore del Movimento Cinque Stelle Ettore Licheri contrapporsi duramente al giornalista Luigi Crespi e alla giornalista Laura Tecce. Il confronto, moderato da David Parenzo, ha avuto come punto di partenza il nono giorno di proteste a Caltanissetta contro l’emergenza idrica. In collegamento con il programma, anche il sindaco del capoluogo siciliano, Walter Tesauro, che durante la diretta ha accusato un malore, riflettendo la drammaticità della situazione.
Licheri, noto per la sua retorica appassionata e diretta, ha criticato aspramente il ddl sicurezza, ricordando che la legge prevede pene severe per i manifestanti. Parenzo ha sottolineato che, con il nuovo decreto, i cittadini di Caltanissetta che protestano per l’acqua rischiano fino a sette anni di carcere. Laura Tecce ha respinto l’interpretazione di Licheri, affermando che l’aggravante della violenza non è presente nel testo del decreto. Luigi Crespi, ex sondaggista di Silvio Berlusconi e noto ideatore del “contratto con gli italiani”, ha difeso il governo Meloni, ribadendo che l’esecutivo è stato eletto proprio per garantire legalità e sicurezza.
A questo punto Licheri ha replicato duramente, sventolando dei documenti in diretta: “Meloni ha promesso che con la destra sarebbero tornati ordine e sicurezza, ma i dati del vostro Ministero dell’Interno mostrano che, dopo dieci anni di costante calo, nel 2023 – quindi in piena era Giorgia Meloni – i reati di strada sono aumentati”. Le sue parole hanno provocato la reazione di Tecce e Crespi, con quest’ultimo che ha ribadito: “Il ddl sicurezza dice che puoi manifestare: basta chiedere il permesso al prefetto”.
Lo scontro è proseguito con Licheri che ha incalzato: “Se oggi il prefetto non dà l’ok e tu manifesti comunque, commetti un illecito penale e rischi il carcere. Prima era solo un illecito amministrativo. Oggi è un reato. Lo so che non vi piace che venga detto in tv, ma il vostro slogan sulla sicurezza non funziona più”. Tecce ha cercato di replicare, ma il senatore ha continuato ad alzare i toni: “Ma l’hanno appena detto, il testo della legge era scritto sul display. È scritto nero su bianco: i manifestanti devono andare via. Ma sapete leggere l’italiano? E che diamine, mi fate perdere la pazienza”.
L’atmosfera in studio è diventata sempre più tesa, con Crespi che ha cercato di difendere il provvedimento: “Il ddl sicurezza è chiaro: serve il permesso del prefetto per manifestare. Non si tratta di vietare la protesta, ma di regolamentarla”. Tuttavia, Licheri ha continuato a criticare il governo, affermando che la nuova legge mina i diritti democratici: “Se si reprimono i luoghi della contestazione e della protesta pacifica, si sta svuotando la democrazia. Ora, se arriva il questore e dice a quelle signore di andare via, devono interrompere la protesta, perché altrimenti la settimana dopo vanno davanti al giudice”.
La polemica si è ulteriormente accesa quando il conduttore Francesco Magnani ha illustrato i punti fondamentali del ddl sicurezza, riaccendendo il dibattito sulla manifestazione in corso a Caltanissetta. Laura Tecce ha ribattuto ancora una volta, insistendo che la legge non limita la libertà di manifestazione come sostenuto da Licheri: “Ma non è così, lei dice inesattezze”.
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Nonostante i tentativi di mediazione di Parenzo, la discussione è rimasta accesa, mettendo in evidenza la profonda divisione tra le posizioni politiche. Il decreto sicurezza, al centro del dibattito, continua a polarizzare l’opinione pubblica e ad alimentare il dibattito politico, in un momento in cui le tensioni sociali sembrano sempre più evidenti. La bagarre tra Licheri, Crespi e Tecce rappresenta un esempio lampante del clima esasperato che caratterizza il dibattito pubblico in Italia.
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