Torna a Parlare Di Maio – Ritorno in politica? La risposta shock

Luigi Di Maio, ex ministro degli Esteri e attuale rappresentante speciale dell’Unione Europea per il Golfo Persico, ha recentemente espresso dure critiche verso la leadership del Movimento 5 Stelle (M5S), sottolineando come la faida tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte stia portando il movimento a un declino. Durante un intervento nel programma televisivo

“A casa di Maria Latella”, Di Maio ha dichiarato: “Non si tratta di una questione politica, ma di una guerra di potere. Grillo dovrebbe essere l’azionista e Conte l’amministratore delegato, ma la dinamica è capovolta, portando il Movimento al suo livello più basso”. Secondo Di Maio, il M5S ha subito un’involuzione rispetto al 2018, quando aveva raggiunto il 33% dei consensi, grazie a una linea filoatlantista e pro-europea. Attualmente, il sostegno al M5S è calato al 9%.

Di Maio e la Politica: Disintossicazione, ma con Possibile Ritorno

Riflettendo sulla sua carriera politica, Di Maio ha affermato che la sconfitta alle elezioni politiche, con un misero 0,6% dei voti, è stata un punto di svolta personale: “È il giorno che benedico, mi ha cambiato la vita”. Dopo quella sconfitta, Di Maio ha avviato un nuovo capitolo, che lo ha portato a ricoprire un ruolo di rilievo a livello internazionale. Tuttavia, ha ammesso che un ritorno alla politica italiana non è escluso.

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Medio Oriente: Il Ruolo di Israele e il Dialogo con l’Iran

Di Maio ha anche toccato il tema del conflitto in Medio Oriente, sottolineando come Israele non sia in guerra con altri Stati, ma contro organizzazioni terroristiche e paramilitari. Parlando del recente attacco contro Israele, ha evidenziato che si tratta della più grande strage di ebrei dall’Olocausto, condotta da un’organizzazione terroristica. Il rappresentante UE ha ribadito la necessità di mantenere aperti i canali di dialogo con l’Iran, nonostante le difficoltà, per favorire una de-escalation nella regione. Secondo Di Maio, una soluzione stabile nel Medio Oriente è impossibile senza la formula dei “due popoli e due Stati”, anche se le posizioni attuali sono fortemente polarizzate.

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