Disastro Intercettazioni – Passa in il ddl in Senato con la complicità di… – La denuncia del M5S – VIDEO

In sostanza, il pubblico ministero, se non ha raccolto alcuna prova dopo due proroghe bisettimanali, dovrà interrompere le intercettazioni senza continuare ad oltranza. Questo è un disastro? Danneggia la lotta contro la criminalità? Non proprio, soprattutto per quanto riguarda i reati di mafia e terrorismo, per i quali il secondo articolo della legge Zanettin prevede un’eccezione, mantenendo intatta la normativa attuale. Tuttavia, dalle fila dell’opposizione arrivano critiche aspre, in particolare dal Movimento 5 Stelle. Prima dell’inizio della discussione pomeridiana in Senato, la capogruppo del M5S in commissione Giustizia, Ada Lopreiato, ha diffuso una nota in cui fornisce una visione interessante e rivelatrice del dibattito: “Il ddl Zanettin trasforma le intercettazioni in una sorta di lotteria, riducendo la probabilità di trovare prove di illeciti a una questione di pura casualità”.

Il senatore del Movimento 5 Stelle, Roberto Scarpinato, ha lanciato un duro attacco al disegno di legge sulle intercettazioni proposto dal governo Meloni, definendolo un atto politico che indebolisce gravemente la capacità dello Stato di combattere la criminalità. Scarpinato ha affermato che questa misura mira a smantellare gli strumenti di controllo contro la corruzione e il malaffare, favorendo l’impunità delle classi più potenti.

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Durante la sua dichiarazione di voto, il senatore ha sottolineato come, nonostante gli ostacoli posti dalla maggioranza negli ultimi due anni, la magistratura sia comunque riuscita a portare alla luce numerosi casi di corruzione. Tuttavia, il disegno di legge sulle intercettazioni rappresenta, secondo Scarpinato, un attacco finale a uno degli strumenti più efficaci per indagare sui reati dei ceti più elevati, che spesso operano protetti da una rete di omertà e complicità..

Particolarmente allarmante, secondo Scarpinato, è la norma che impone alla magistratura di interrompere le intercettazioni dopo soli 45 giorni se non emergono prove concrete, anche in casi di reati gravissimi come stragi, femminicidi e traffico di organi. Questo, ha dichiarato, costringerà gli inquirenti a proseguire le indagini con metodi obsoleti, rendendo impossibile ottenere risultati significativi.

Il senatore ha concluso il suo intervento chiedendosi come il governo giustificherà questo provvedimento di fronte alle vittime e alla pubblica opinione, denunciando che si tratta di una scelta che disarma lo Stato e favorisce il crimine, mettendo a rischio la sicurezza del paese intero per garantire l’impunità a una casta privilegiata.
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