Durante la puntata di ieri di Accordi&Disaccordi, il talk show politico trasmesso su Nove e condotto da Luca Sommi, Marco Travaglio ha espresso un giudizio severo sulle dichiarazioni del ministro della Difesa, Guido Crosetto, riguardo alla situazione in Israele e Gaza. Il ministro, che ha recentemente definito alcuni atti dell’esercito israeliano come crimini di guerra, è stato duramente attaccato da Travaglio per la tempistica e il contenuto delle sue affermazioni, considerate tardive e insufficienti.
Crosetto ha fatto queste dichiarazioni solo dopo un attacco dell’IDF (Forze di Difesa Israeliane) contro le postazioni dell’UNIFIL (Forza di Interposizione delle Nazioni Unite in Libano) nel sud del Libano, e questo ha suscitato l’ironia e il disappunto del direttore de Il Fatto Quotidiano. “È tardi”, ha commentato Travaglio, “questo è il momento di fermare l’invio di armi a Netanyahu, non di scandalizzarsi solo ora, quando da un anno assistiamo a una guerra indiscriminata contro Gaza”. La sua critica, oltre a puntare Crosetto, si è allargata ai governi europei che continuano a sostenere Israele militarmente, senza prendere posizione di fronte alle numerose violazioni del diritto internazionale.
Travaglio ha poi sottolineato l’importanza delle parole in queste circostanze, spiegando come termini come “eccesso di legittima difesa” non siano sufficienti a descrivere le atrocità compiute durante i conflitti. “L’eccesso di legittima difesa”, ha spiegato il giornalista, “è quando qualcuno minaccia di darmi una botta con il telefonino e io reagisco sparando con un bazooka. Ma se non solo sparo alla persona, ma uccido anche tutto il pubblico intorno, quello si chiama sterminio, non legittima difesa”. Ha ribadito come questi siano veri e propri crimini di guerra, e come siano ancora più gravi se compiuti da governi, che sono sottoposti al diritto internazionale, rispetto a quanto avviene con le organizzazioni terroristiche.
Secondo Travaglio, la recente presa di posizione di Crosetto appare ipocrita e mal calibrata, soprattutto perché arriva in ritardo rispetto ai numerosi atti di violenza già compiuti in passato da Israele, come i bombardamenti su Gaza, lo Yemen, l’Iraq, l’Iran, la Siria e il Libano. “Fa sorridere”, ha affermato Travaglio con tono pungente, “che Crosetto si scandalizzi ora solo perché Israele ha colpito due telecamere di una caserma dell’UNIFIL, mentre ha sempre taciuto di fronte a massacri ben più estesi e gravi”.
Nonostante la critica feroce, Travaglio ha anche chiarito che il suo vero bersaglio non è Netanyahu in sé, il quale è ben noto per le sue politiche aggressive. Il vero problema, secondo il giornalista, è l’indifferenza e la complicità dei governi internazionali che continuano a fornire armi e supporto al governo israeliano. Ha citato un famoso detto di Ettore Petrolini per rendere più chiaro il suo pensiero: “Io non ce l’ho con te, ce l’ho con quelli che ti stanno vicino e non ti hanno ancora buttato giù”.
Questa complicità, secondo Travaglio, è dimostrata anche dal confronto con la situazione di Putin. Il giornalista ha ricordato come il leader russo sia stato duramente sanzionato per l’invasione dell’Ucraina, mentre Israele, nonostante i suoi atti di aggressione contro altri Paesi e contro i palestinesi, non abbia mai ricevuto sanzioni simili. Anzi, continua a ricevere aiuti militari e supporto logistico da diversi Paesi occidentali, compresi gli Stati Uniti e molti Stati europei.
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“Ci troviamo di fronte a crateri enormi in Libano, che è uno Stato sovrano, non una colonia di Israele”, ha proseguito Travaglio, denunciando come questi attacchi siano condotti con armi fornite da Paesi come Italia, Germania e Stati Uniti. “Solo recentemente”, ha aggiunto, “alcuni Paesi, come il Regno Unito e la Francia, hanno iniziato a riconsiderare la loro posizione. Gli inglesi stanno riducendo l’invio di armi, e Macron ha annunciato che lo farà a breve, ma non basta. Bisogna smettere del tutto di inviare armi a Netanyahu, considerando come le sta usando”.
Concludendo il suo intervento, Travaglio ha esortato i governi europei a interrompere definitivamente ogni forma di supporto militare a Israele. “Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte a ciò che sta accadendo”, ha detto con fermezza, “le armi che continuiamo a mandare alimentano un conflitto che sta causando distruzione e morte in Libano, a Gaza e in altre aree della regione. È tempo che questa follia finisca”. Con queste parole, ha ribadito la necessità di un cambiamento radicale nella politica estera europea, auspicando che i governi smettano di sostenere Netanyahu e mettano fine a una guerra che sta devastando la regione e minando ogni possibilità di pace.
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