Flop del trasferimento di migranti in Albania: Il dato che incastra Meloni. IL VIDEO DELLO SBARCO

La recente operazione di trasferimento di migranti dall’Italia all’Albania, frutto di un accordo tra il governo italiano guidato da Giorgia Meloni e il premier albanese Edi Rama, ha generato molte polemiche, in particolare riguardo ai costi e all’efficacia dell’intervento. L’operazione ha visto l’arrivo di 16 migranti a bordo della nave militare italiana Libra, accolta con grande enfasi mediatica.

I numeri e i costi del trasferimento

Il trasferimento dei 16 migranti, prevalentemente di origine egiziana e bengalese, ha avuto un costo complessivo di circa 290mila euro, ovvero 18mila euro per ogni migrante. Questo dato ha sollevato critiche per l’apparente inefficienza del sistema, soprattutto considerando che nello stesso giorno a Lampedusa sono sbarcati circa 1.000 migranti, senza necessità di costose operazioni internazionali.

Secondo i calcoli, i 64 membri dell’equipaggio della nave Libra hanno accompagnato i 16 migranti, suscitando ulteriori perplessità sulla gestione delle risorse. Il costo elevato dell’operazione è stato evidenziato come sproporzionato rispetto ai risultati ottenuti, soprattutto considerando che, a seguito di una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea, almeno quattro migranti tra quelli trasferiti dovranno essere riportati in Italia, complicando ulteriormente la situazione.

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Le reazioni dell’opposizione

L’opposizione politica, in particolare il Movimento 5 Stelle, non ha tardato a far sentire la propria voce. Alfonso Colucci, deputato del M5S, ha definito l’intervento come “uno sperpero di denaro pubblico”, puntando il dito contro le scelte del governo Meloni, che a suo dire avrebbe potuto destinare quelle risorse alla sicurezza interna, dove manca personale e i crimini sono in aumento. Colucci ha sottolineato che l’intervento appare inefficace e irrazionale, dato che quei migranti dovranno essere riportati in Italia, rendendo il trasferimento completamente inutile.

Critiche sono giunte anche da Riccardo Magi, deputato di +Europa, che ha descritto i Centri per il Rimpatrio (CPR) in Albania come “lager” e ha sollevato dubbi sulle modalità con cui i migranti sono stati selezionati e trasferiti. Magi ha parlato di gravi carenze nei processi di screening e accoglienza, mettendo in luce “enormi punti oscuri” nella gestione del trasferimento, come il fatto che il salvataggio dei migranti sarebbe avvenuto molto vicino alle coste di Lampedusa, sollevando dubbi sulla legittimità dell’intervento.

Considerazioni politiche e diplomatiche

L’accordo tra Italia e Albania, concepito per alleggerire la pressione sugli hotspot italiani e offrire una soluzione alternativa alla gestione dei migranti, sembra non aver prodotto i risultati sperati. Le opposizioni non si limitano a contestare i costi, ma mettono in discussione l’intera impostazione della politica migratoria del governo Meloni, evidenziando come manchi una strategia chiara e sostenibile.

Da un lato, l’Italia cerca di delegare parte della gestione dei flussi migratori ad altri paesi, ma questo approccio sembra presentare più problemi di quelli che intende risolvere, sia dal punto di vista economico che umanitario.

Guardate il servizio de l’aria che tira

LA RISPOSTA DEL M5S:

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