Il professor Alessandro Orsini ha lanciato pesanti critiche al governo Meloni, denunciando i gravi rischi che l’Italia sta correndo a causa delle politiche estere e della gestione della sicurezza internazionale. In un lungo intervento, Orsini ha esaminato le difficoltà del governo italiano su vari fronti, sottolineando come le missioni internazionali in Libano, Ucraina e nel Mar Rosso stiano mostrando evidenti segni di fallimento.
Secondo Orsini, la situazione dei militari italiani in Libano è particolarmente preoccupante. “Guido Crosetto, consapevole che i soldati italiani potrebbero essere uccisi, vorrebbe riportarli a casa, ma dichiara il contrario nell’attesa che giunga il momento propizio per prendere la decisione,” sostiene il professore. La minaccia per i militari, infatti, non è solo legata alla sicurezza sul campo, ma ha anche potenziali implicazioni politiche. “L’uccisione di soldati italiani metterebbe in crisi i rapporti tra Italia e Israele, una crisi che il governo ‘sovranista’ di Meloni non può permettersi giacché ogni sua crisi con Israele sarebbe una crisi con la Casa Bianca,” afferma Orsini, suggerendo che le ripercussioni diplomatiche metterebbero alla prova la credibilità della stessa Meloni.
Un altro aspetto critico è il possibile impatto interno della gestione delle missioni all’estero, con conseguenze sul consenso politico e sulla stabilità sociale in Italia. Orsini sottolinea come un evento tragico, quale la morte di militari, potrebbe alimentare le proteste di piazza in un contesto già teso, aggravato dalla linea dura del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. “La combinazione di un ministro dell’Interno autoritario e una piazza in fibrillazione è una miscela esplosiva,” commenta, evidenziando il rischio di un’escalation nelle tensioni sociali se l’attuale politica non cambierà rotta.
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Nel suo attacco, Orsini si scaglia contro la gestione del conflitto ucraino, affermando che la missione della NATO nel Paese stia fallendo. L’offensiva russa nel Donbass e le difficoltà sul campo di battaglia indicano che “in Ucraina tutto sta precipitando,” con l’avanzata di Mosca che mina i tentativi dell’Occidente di sostenere Kiev. Critiche altrettanto dure sono riservate alla presenza italiana nel Mar Rosso, dove “la missione italiana è fallita e gli Houthi sparano come sempre,” segnalando un quadro geopolitico sempre più complesso e pericoloso.
In merito alle relazioni con Israele, Orsini accusa Meloni di essere eccessivamente allineata con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, sostenendo che “Meloni non ha mai condannato il bombardamento di Netanyahu a Gaza.” Le sue dichiarazioni su Gaza si sono limitate a critiche “tenui” sul numero di vittime civili, senza mai esprimere una chiara solidarietà verso il popolo palestinese. “L’affermazione più ardita di Meloni, pronunciata davanti a 41.000 morti palestinesi, è stata: ‘Netanyahu non deve cadere nella trappola di Hamas’. È un consiglio, mica una condanna,” osserva sarcasticamente Orsini.
Orsini denuncia anche l’incoerenza delle politiche occidentali: “L’Occidente aveva presentato un piano per ricostruire l’Ucraina mentre veniva distrutta dalla Russia. Oggi propone un piano per migliorare la sicurezza dei palestinesi mentre vengono sterminati da Israele.” Questa ironia, secondo il professore, rivela la debolezza della strategia occidentale e la difficoltà di mantenere una posizione coerente tra interventi militari e difesa dei diritti umani.
Concludendo il suo intervento, Orsini descrive la situazione come un “gioco politico d’azzardo,” in cui il governo Meloni continua a scommettere su politiche rischiose sperando che tutto vada per il meglio. Tuttavia, secondo il professore, “le probabilità che tutto gli vada bene si riducono all’aumentare delle crisi che espongono l’Italia a nuovi rischi in un contesto in cui tutto è destinato a peggiorare.” Questo quadro di incertezze potrebbe rapidamente compromettere la stabilità del Paese, portando il governo a dover affrontare le conseguenze di scelte sbagliate.