Ultim’ora Shock migranti: arriva l’esposto del M5S alla Corte dei Conti sull’accordo con l’Albania, ecco cosa rischia la Meloni

La gestione della crisi migratoria continua a dividere la politica italiana. Il governo Meloni, che ha scelto di trasferire migranti in Albania per decongestionare i centri di accoglienza italiani, si trova ora sotto il fuoco incrociato delle opposizioni. Al centro delle polemiche ci sono l’elevato costo dell’operazione e i dubbi sulla sua legittimità giuridica. Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha presentato un esposto alla Corte dei Conti per accertare la possibile responsabilità erariale legata al progetto, in un contesto di crescenti critiche e accuse di spreco di denaro pubblico.

L’esposto M5S alla Corte dei Conti
Il capogruppo del M5S in commissione Affari Costituzionali alla Camera, Alfonso Colucci, ha annunciato la presentazione di un esposto alla Corte dei Conti, firmato da numerosi deputati del Movimento, per valutare l’ipotesi di una responsabilità erariale del governo Meloni. La questione riguarda il trasferimento di 16 migranti nel centro di accoglienza allestito in Albania, operazione che avrebbe comportato un costo oscillante tra i 250 e i 290 mila euro.

Colucci ha spiegato che l’esposto mira a verificare se siano stati adottati provvedimenti con dolo o colpa grave, tali da configurare un uso improprio delle risorse pubbliche per attività che non rispetterebbero le norme di legge. Secondo il deputato, la spesa iniziale per i primi tre mesi di operatività della nave militare Lybra, incaricata di trasportare i migranti tra le acque internazionali e il porto albanese di Shengjin, ammonterebbe a circa 13,5 milioni di euro. Questo solleva interrogativi sulla sostenibilità e sull’efficacia dell’intera operazione.

Il ritorno dei migranti e il fallimento dell’accordo
Nonostante l’alto costo dell’operazione, i 16 migranti trasferiti in Albania sono stati successivamente riportati in Italia. Questo ha messo in discussione l’efficacia dell’accordo, volto a trattenere in centri delocalizzati i migranti sprovvisti dei requisiti necessari per l’asilo. La vicenda solleva interrogativi non solo sulle spese sostenute ma anche sulla gestione stessa della crisi migratoria da parte del governo.

Giuseppe Conte, leader del M5S, ha duramente criticato la decisione di inviare agenti delle forze dell’ordine in Albania, evidenziando che le forze di Polizia e Carabinieri in Italia sono già carenti di oltre 20mila unità. “Abbiamo mandato 100 agenti a sorvegliare due centri vuoti in Albania, spendendo quasi un miliardo di euro. Nel frattempo, in Italia aumentano le rapine in strada e i tagli alla sanità sono ai minimi storici degli ultimi 17 anni,” ha scritto Conte sui social.

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La situazione della sicurezza in Italia e le spese all’estero
La critica si estende oltre l’accordo con l’Albania. L’opposizione denuncia una gestione inadeguata delle risorse pubbliche, con investimenti elevati per iniziative all’estero mentre la situazione interna peggiora. La criminalità predatoria è aumentata del 23% rispetto al 2019 e il contratto delle forze dell’ordine è scaduto da oltre mille giorni. La decisione di impegnare risorse per mantenere agenti e strutture operative in Albania appare, secondo i detrattori, una scelta discutibile in un contesto di crescente insicurezza sul territorio nazionale.

Il ruolo dell’Unione Europea e il rispetto del diritto internazionale
A complicare il quadro vi sono anche le implicazioni giuridiche a livello europeo. La Commissione UE ha chiarito che l’accordo tra Italia e Albania deve rispettare il diritto europeo. Una portavoce della Commissione ha dichiarato che le misure adottate dall’Italia non devono compromettere l’applicazione delle norme dell’UE, ribadendo l’importanza di garantire i diritti dei migranti e le procedure di protezione previste dalle direttive comunitarie.

Tale precisazione ha sollevato ulteriori interrogativi sulla conformità dell’operazione con gli standard legali europei, in particolare riguardo al rispetto dei diritti dei migranti trasferiti nei centri in Albania. Il governo italiano dovrà assicurare che tali centri rispettino sia la normativa nazionale che quella europea.

Le critiche politiche e il dibattito sull’efficacia della strategia
L’opposizione politica, tra cui il M5S e Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), ha espresso forte contrarietà alla gestione del fenomeno migratorio da parte del governo. In particolare, AVS ha organizzato un flash mob di protesta davanti a Palazzo Chigi, denunciando il governo per la mancata attenzione alle emergenze climatiche e per l’uso improprio di fondi pubblici destinati ai centri in Albania. La scelta di investire quasi un miliardo di euro in tale operazione è vista come un segnale di priorità distorte, soprattutto in un periodo in cui le risorse per i servizi essenziali in Italia sono drasticamente ridotte.

Conclusione: un’operazione costosa e controversa
Il governo Meloni si trova ad affrontare una duplice sfida: da un lato giustificare l’elevato costo del progetto con l’Albania, dall’altro dimostrare che tale iniziativa contribuisca effettivamente a risolvere la crisi migratoria. Le critiche sull’utilizzo delle risorse pubbliche, l’impatto limitato dell’accordo e i dubbi sulla legittimità giuridica sollevati dall’opposizione mettono in discussione l’intera strategia.

Con il continuo aumento delle tensioni politiche e la persistente emergenza migratoria, il governo dovrà fornire risposte concrete non solo agli avversari politici, ma anche alla cittadinanza, che si aspetta misure efficaci e trasparenti per la gestione di una questione così delicata.
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