Complotto Grillo contro Conte per Draghi? La testimonianza dopo 2 anni di Myrta Merlino su De Masi

 L’intervento di Domenico De Masi e le rivelazioni fatte da Myrta Merlino hanno giocato un ruolo cruciale e controverso nel crollo del governo Draghi nel 2022. Questa vicenda mette in luce dinamiche politiche sotterranee che hanno avuto conseguenze dirette e significative sul panorama politico italiano.

L’intervista di De Masi e le sue conseguenze
La crisi politica ha inizio il 29 giugno 2022, quando il sociologo Domenico De Masi, noto per le sue analisi coraggiose e trasparenti, rilascia un’intervista a Il Fatto Quotidiano, rivelando i contenuti di una conversazione avuta con Beppe Grillo. In quell’occasione, De Masi riferisce che Grillo gli aveva confidato di aver ricevuto una richiesta da Mario Draghi: rimuovere Giuseppe Conte dalla leadership del Movimento 5 Stelle (M5S), ritenendolo inadeguato per il ruolo. Questa dichiarazione sconvolge l’opinione pubblica e le sfere politiche, innescando una serie di eventi che porteranno alla caduta del governo.

Secondo quanto raccontato da De Masi, la richiesta di Draghi aveva infuriato Grillo, che tuttavia sembrava essere coinvolto in un rapporto privilegiato con il presidente del Consiglio. Questo legame appariva abbastanza stretto da influenzare l’azione politica del M5S, un partito di maggioranza che si trovava a dover bilanciare le sue posizioni interne con la linea di governo. L’intervista di De Masi, considerata da molti come una vera e propria “bomba” politica, contribuì ad accelerare il logoramento della coalizione guidata da Draghi, già in una situazione di forte tensione.

La rivelazione di Myrta Merlino e le pressioni ricevute
La questione è tornata alla ribalta quando Myrta Merlino, giornalista e amica di De Masi, ha rivelato un retroscena mai divulgato fino ad allora. In occasione della presentazione del libro Conversazioni sul futuro di Giulio Gambino, Merlino ha raccontato di aver ricevuto una telefonata da una “altissima sfera del governo” durante la crisi del 2022. Nella telefonata, le veniva chiesto di intercedere con De Masi affinché ritrattasse o correggesse le dichiarazioni fatte nell’intervista. La giornalista, tuttavia, rifiutò di farsi portavoce di questa richiesta, consapevole che De Masi non avrebbe mai accettato di modificare quanto affermato, considerata la sua indipendenza intellettuale.

Merlino ha aggiunto che la telefonata ricevuta le appariva surreale, al punto che il suo compagno, Marco Tardelli, che era con lei in macchina al momento della chiamata, percepì immediatamente la gravità della situazione. Questa pressione esercitata nei confronti di De Masi evidenziava quanto l’intervista avesse messo in difficoltà il governo, già in fase di logoramento a causa delle divergenze interne alla maggioranza.

Le dinamiche interne al Movimento 5 Stelle
All’interno del Movimento 5 Stelle, la questione divenne un nodo centrale nelle tensioni politiche. La figura di Giuseppe Conte, leader del Movimento, si trovava al centro di un dibattito interno, con Grillo che cercava di mantenere un equilibrio tra la fedeltà alla linea governativa e le istanze del M5S. Conte stesso, presente all’evento in cui Merlino ha fatto le sue rivelazioni, ha confermato che oltre a Grillo e De Masi, vi era anche una terza persona presente all’incontro in cui Draghi avrebbe espresso il suo disappunto verso la leadership di Conte.

Il leader del Movimento ha colto l’occasione per sottolineare come la pressione di Draghi fosse diventata insostenibile, soprattutto su temi caldi come la riforma della giustizia promossa dalla ministra Cartabia. In un contesto in cui il governo sembrava voler svuotare le riforme sostenute dal M5S, il Movimento si trovava costretto a difendere le sue posizioni politiche, mentre l’opposizione, rappresentata da Giorgia Meloni, riusciva a ottenere di più senza far parte della maggioranza. Continua…

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Conte ha spiegato come il rapporto tra Draghi e Grillo avesse imposto una “corazza costrittiva” al Movimento, che si trovava a dover giustificare la sua partecipazione al governo senza tradire le aspettative dei suoi elettori. La richiesta di Draghi di rimuovere Conte era percepita come un tentativo di minare l’autonomia politica del M5S, generando ulteriore conflitto all’interno della coalizione.

Il ruolo di Draghi e la fine del suo governo
Il governo Draghi, nato come un esperimento di unità nazionale, si trovava in una fase di crescente instabilità già da tempo. Le tensioni tra le forze politiche che sostenevano l’esecutivo erano emerse chiaramente su diversi fronti, tra cui la gestione della pandemia, la politica economica e le riforme strutturali. La rivelazione del tentativo di Draghi di influenzare la leadership del M5S, attraverso un rapporto personale con Grillo, contribuì a esasperare le divergenze già esistenti.

Il Movimento 5 Stelle, con la sua opposizione crescente a certe linee governative, finì per determinare il collasso della maggioranza, ritirando il suo sostegno all’esecutivo e portando alla caduta del governo Draghi nel luglio del 2022. La vicenda mostrava chiaramente come i tentativi di mediazione e le pressioni politiche non fossero sufficienti a tenere insieme un governo nato dalla necessità di unire forze diverse in un momento di emergenza nazionale.

Conclusione
La storia della caduta del governo Draghi è un esempio emblematico di come le dinamiche interne ai partiti, i rapporti personali e le influenze esterne possano innescare crisi politiche di vasta portata. Le dichiarazioni di Domenico De Masi e le rivelazioni di Myrta Merlino hanno fatto luce su manovre e pressioni che non sempre emergono pubblicamente, ma che possono determinare le sorti di un governo.

La richiesta di ritrattazione fatta a De Masi, che lui rifiutò fermamente, rappresenta un esempio di integrità intellettuale in un contesto politico spesso dominato da compromessi e mediazioni. La sua posizione e la scelta di Grillo di rendere pubblica la richiesta di Draghi hanno contribuito a mettere in evidenza i limiti del governo di unità nazionale, segnando la fine di un esperimento che, nonostante le intenzioni, non ha saputo superare le sue contraddizioni interne.

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