Lo scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte continua a scuotere il Movimento 5 Stelle e offre un’occasione di riflessione per molti commentatori, tra cui Andrea Scanzi. Lo scrittore e giornalista, noto per il suo punto di vista critico e approfondito, si è espresso con chiarezza riguardo a questa frattura. In una recente intervista ad Accordi e Disaccordi, Scanzi ha condiviso le sue considerazioni, bilanciando tra l’importanza storica di Grillo e il ruolo che Conte ricopre attualmente nel Movimento.
Il Risveglio di un Padre Fondatore
Scanzi apre il suo commento con una riflessione sui sentimenti che ha provato in merito alla diatriba tra Grillo e Conte: la sua prima reazione, racconta, è stata di fastidio, una sensazione di “che palle” riguardo a questa ennesima faida interna. Tuttavia, dopo aver riflettuto a lungo e ascoltato le parole di Grillo, ha riconosciuto alcuni spunti di verità nei punti avanzati dal fondatore del Movimento. Scanzi non evita di sottolineare come Grillo, pur non essendo forse “più lucido come un tempo”, esprima una percezione veritiera: il Movimento 5 Stelle di oggi non è quello che lui e Gianroberto Casaleggio avevano creato nel 2009.
Grillo, secondo Scanzi, ha ragione nel dire che il Movimento si è “evaporato”: ciò che esiste ora è qualcosa di radicalmente diverso, e non sempre in senso positivo. Il Movimento 5 Stelle della democrazia dal basso, delle battaglie antisistema e delle rivoluzioni culturali è ormai un ricordo lontano. Pur non esprimendo un giudizio netto di merito su chi sia meglio o peggio, Scanzi vede chiaramente che il Movimento 5 Stelle originale non esiste più, ed è difficile negare che questo nuovo corso sia il risultato di una serie di compromessi che il Movimento ha dovuto accettare durante i suoi anni al governo.
La Fine del Movimento 5 Stelle Come Lo Conosciamo
Il Movimento 5 Stelle attuale è ormai quasi irriconoscibile rispetto a quello delle origini, e su questo punto Scanzi sembra concordare con Grillo. Nel suo commento, infatti, ribadisce che l’idea di una forza politica che riprende e porta avanti le stesse battaglie del 2009 non ha più senso, soprattutto alla luce dei cambiamenti che il partito ha attraversato. Oggi, come afferma anche Grillo, il Movimento 5 Stelle rischia di essere un “guscio vuoto”, un partito in cerca di identità che ancora si richiama a ideali che ormai non appartengono più alla sua base elettorale.
Secondo Scanzi, Conte potrebbe trarre vantaggio da un distacco più netto dal passato del Movimento. Il suggerimento di Grillo, infatti, di cambiare il nome del partito e di ricominciare da zero, non sarebbe un’idea del tutto sbagliata: non avrebbe senso continuare a richiamarsi a un’eredità ormai svanita. Un “partito di Conte”, suggerisce provocatoriamente Scanzi, potrebbe persino risultare più onesto e coerente rispetto a questa “continuità apparente” con il Movimento originale.
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Le Divergenze con la Comunicazione di Governo e il Fantasma del Complotto
A margine delle considerazioni sullo scontro Grillo-Conte, Scanzi non risparmia critiche anche al governo attuale e, in particolare, alla comunicazione della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Senza mai entrare nel merito di “complotti”, termine che viene usato e abusato nel contesto politico, Scanzi commenta ironicamente su come il governo sembri incline a usare un linguaggio “fumoso” e poco chiaro.
Meloni, secondo Scanzi, gioca da anni sulla narrazione del complotto, nonostante ora faccia parte della maggioranza. Il giornalista sottolinea l’ironia di una comunicazione che da un lato richiama alla serietà istituzionale e dall’altro si abbandona a retoriche tipiche dell’opposizione. La sua critica non risparmia nessuno, nemmeno alcuni giornalisti che, a suo parere, sarebbero troppo accomodanti nelle interviste con il premier. Una contraddizione che Scanzi evidenzia come esempio di come le parole siano talvolta “pietre nascoste” in una battaglia comunicativa che spesso risulta poco trasparente.
Le riflessioni di Scanzi pongono quindi in luce un quadro piuttosto chiaro: il Movimento 5 Stelle si trova a un bivio, e Giuseppe Conte è chiamato a decidere se portare avanti il progetto come un’eredità del passato o se rifondarlo, facendo tesoro dell’esperienza maturata negli anni di governo. Grillo, con tutte le sue contraddizioni e un atteggiamento talvolta volutamente provocatorio, ha sollevato un punto fondamentale: il Movimento che lui e Casaleggio avevano costruito è cambiato per sempre. Conte, dal canto suo, ha il compito di guidare questa trasformazione e di capire se il mantenere il “marchio” del Movimento 5 Stelle abbia ancora senso. Guardate il video in cui In sintesi, Andrea Scanzi sembra dare ragione, almeno parzialmente, a Grillo. La sua visione evidenzia la necessità di rinnovamento e di una presa di coscienza che si allontani dalla nostalgia delle origini e abbracci una nuova identità, meno “evaporata” e più radicata nella realtà politica attuale.
IL VIDEO: