Nelle ultime dichiarazioni di Alessandro Di Battista su La7, ex deputato e volto noto del Movimento 5 Stelle, emerge una critica netta e dettagliata contro il sistema politico attuale e le recenti pratiche di spionaggio in Italia. Di Battista riflette sull’essenza stessa della democrazia e accusa apertamente un sistema ormai “epocale” e in crisi, dove l’astensione e il calo di voti riducono il governo democratico a una “tragica” rappresentazione. Ecco l’approfondimento delle sue dichiarazioni e delle riflessioni sui risultati elettorali in Liguria, nonché il commento riguardo ai recenti scandali di sorveglianza.
La crisi democratica: “La democrazia non esiste più, è un simulacro”
Di Battista evidenzia come, secondo lui, la democrazia in Italia sia ormai un sistema vuoto, privo della reale rappresentatività popolare. I dati che analizza riguardano principalmente le elezioni liguri, dove afferma che si è raggiunto il 45% di affluenza, e come ormai meno del 50% dei cittadini aventi diritto si rechi effettivamente alle urne. Questo elemento diventa per Di Battista una dimostrazione di un problema strutturale della politica italiana, che non risulta più capace di coinvolgere la maggioranza dei cittadini, trasformando il sistema in una forma di “simulacro democratico”.
“Il fatto che voti meno del 50% degli aventi diritto è la pratica delle europee, dunque la democrazia non esiste di fatto,” afferma Di Battista, accusando le forze politiche di ignorare questa crisi epocale. Per lui, questo dato dovrebbe essere l’argomento principale per l’autocritica di qualsiasi partito, inclusi quelli che vincono.
Il centrodestra e la caduta del M5S in Liguria
Di Battista riflette anche sui risultati elettorali e sul calo di consensi del centrodestra, che nelle recenti elezioni ha raccolto circa 271.000 voti rispetto ai 354.000 del 2020, perdendo così 83.000 voti. Un segnale, secondo l’ex parlamentare, che dimostra la disillusione e l’indignazione dei cittadini, molti dei quali si sono rivolti all’astensionismo. In modo particolare, Di Battista sottolinea come il Movimento 5 Stelle abbia subito una sconfitta significativa, passando dai circa 15.000 voti del 2015 ai 5.000 attuali, segno di una drammatica disconnessione con l’elettorato.
“La situazione è oltre il dramma totale, non credo più che il bipolarismo destra-sinistra sia l’unica opzione politica per i cittadini. Molti non si sentono rappresentati dalla destra, così come dal cosiddetto campo progressista.”
Spionaggio e privacy: un sistema fuori controllo
Di Battista, poi, tocca un tema scottante che ha generato scalpore nei giorni recenti: la sorveglianza e il caso degli “spioni” emerso attraverso un’inchiesta sulle banche dati in Italia, che evidenzia come i dati sensibili possano essere facilmente compromessi. Pur essendo stato vittima anche lui di sorveglianza, Di Battista specifica di non aver mai reagito gridando al complotto, diversamente da quanto fatto dalla premier Meloni, come lui stesso sottolinea.
Nella sua denuncia, l’ex M5S cita una serie di situazioni paradossali: giudici, dirigenti e personaggi pubblici le cui informazioni personali sarebbero state violate in modo illecito. La critica di Di Battista va oltre, accusando il governo attuale di aver usato lo scandalo come arma propagandistica, tentando di sfruttare politicamente un problema di sicurezza grave, che coinvolge moltissimi cittadini.
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“Non solo chi detiene il controllo dei dati detiene un potere importante, ma temo che possa avere anche un potere ricattatorio, con gravi implicazioni per chiunque nel nostro Paese,” dichiara Di Battista, rimarcando che, ormai, la privacy e il diritto alla riservatezza sono elementi in pericolo.
Critica al bipolarismo e al sistema politico attuale
Secondo Di Battista, la crisi politica italiana è anche una crisi di offerta, dove il bipolarismo tradizionale non rappresenta più le reali esigenze dei cittadini, molti dei quali si sentono distanti e disillusi. “Il centrodestra e il centrosinistra non sono più in grado di raccogliere un consenso diffuso, specialmente tra chi si è allontanato dalla politica per un senso di sfiducia e disgusto,” aggiunge.
Di Battista, dunque, offre una riflessione ampia e amara sullo stato della democrazia in Italia, un tema che, a suo dire, deve tornare al centro del dibattito politico.
Un nuovo partito?
Un possibile ritorno di fiamma? L’ex M5S Alessandro Di Battista, grillino della prima ora, ha spiegato di sentire la mancanza della politica e di non escludere di tornare in pista con un progetto “del tutto nuovo“. Nel corso di un’intervista nell’ambito del Festival “La Neretina” a Lecce, l’ex pentastellato ha parlato delle sue passioni e ha fatto riferimento all’idea di fondare un nuovo partito, dopo gli ultimi anni passati soprattutto in Sudamerica a scrivere libri e reportage.
“Che faccio ora? Quello che amo fare: politica e informazione al di fuori delle istituzioni“, ha raccontato l’ex grillino nel corso dell’intervista con il giornalista Rai Gianluca Veneziani all’interno del teatro di Nardò, a Lecce.
“Questo – ha aggiunto l’ex parlamentare – ha un’utilità al di là della condivisione o meno”.
Di Battista ha poi spiegato che, in caso di bisogno di tornare in politica, lo farebbe solo con “qualcosa del tutto nuovo, non con i Cinquestelle. Ci penserei solo per spirito di responsabilità“.
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