Il giornalista Corrado Formigli, prima di iniziare la puntata di Piazzapulita, nel.suo editoriale si è espresso con un intervento che non è passato inosservato, suscitando un’ondata di reazioni e riflessioni sullo stato attuale del giornalismo e del sistema democratico. Le sue parole hanno messo in luce, in modo esplicito e deciso, le preoccupazioni e le frustrazioni di chi vede l’indipendenza dei media e della magistratura minacciata, sottolineando come questi pilastri siano sotto attacco per un’inclinazione autoritaria che sta prendendo piede.
La Sconfitta della Sinistra e il Ruolo della Stampa
Secondo Formigli, la recente vittoria della destra non è solo un episodio politico; dietro questa vittoria si cela un più ampio confronto tra il potere politico e la libertà di stampa. Infatti, il giornalista nota come la sconfitta della sinistra sia accompagnata da un implicito attacco alla magistratura e al giornalismo, due forze che, in quanto “guardiani” della legalità e dell’informazione, hanno messo in evidenza episodi di corruzione legati a figure di rilievo come il presidente della regione Giovanni Toti, l’ex capo del porto Paolo Emilio Signorini e l’imprenditore Aldo Spinelli.
L’Inchiesta prima del Voto e il Disappunto della Destra
Formigli sottolinea come queste indagini abbiano anticipato il voto, scatenando la rabbia dei leader di destra, che sembrano mal tollerare il ruolo investigativo dei giornalisti prima delle elezioni. L’argomento, per Formigli, è quasi grottesco: paragonando la richiesta della destra di investigare “dopo il voto” al voler “usare un anticoncezionale dopo l’atto”, afferma che il giornalismo ha come compito fornire ai cittadini le informazioni prima di una scelta elettorale, così da poter partecipare al processo democratico in modo consapevole. Un’informazione libera e tempestiva diventa, quindi, una questione di integrità della democrazia stessa.
La Libertà di Stampa in Crisi: l’Esempio del Washington Post
L’intervento di Formigli amplia il discorso sullo stato del giornalismo anche a livello internazionale, citando un esempio emblematico negli Stati Uniti. Qui, per la prima volta in 50 anni, il Washington Post ha scelto di non appoggiare pubblicamente un candidato, una scelta che, secondo l’editore Jeff Bezos, mira a preservare la credibilità e l’obiettività del quotidiano. Ma, per Formigli, questa decisione non è altro che un tentativo di evitare possibili danni agli affari di Amazon qualora il candidato sostenuto dal Post risultasse poi sconfitto. Le proteste dei lettori e le dimissioni di alcuni editorialisti dimostrano, secondo l’editorialista italiano, come anche la stampa d’oltreoceano stia piegandosi a logiche di convenienza, rinunciando al suo ruolo critico.
Il Caso Rai e le Minacce alla Libertà di Stampa in Italia
Tornando in Italia, Formigli non risparmia critiche al clima di intimidazione che, a suo avviso, circonda i giornalisti scomodi. Porta come esempio l’attacco ricevuto dal responsabile dell’approfondimento Rai, Paolo Corsini, che l’ha definito “infame” senza che venisse intrapresa alcuna azione ufficiale da parte della Rai stessa. Questo episodio solleva, per Formigli, gravi dubbi sull’effettiva indipendenza dell’emittente pubblica, insinuando che anche i giornalisti Rai potrebbero essere spinti a seguire linee editoriali dettate dal potere politico.
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Il Ruolo della Società Civile e la Resistenza dell’Informazione Indipendente
Infine, Formigli allarga lo sguardo sul più vasto scenario delle ingerenze nel mondo dell’informazione, evidenziando il caso di Enrico Bazoli, presidente di Fiera Milano, noto per i suoi legami con esponenti di spicco della destra. Bazoli sarebbe, secondo alcune inchieste, coinvolto in operazioni di spionaggio ai danni di giornalisti indipendenti. Questo episodio, conclude Formigli, rappresenta il rischio a cui è sottoposto oggi chiunque tenti di far luce su pratiche scorrette.
Conclusioni: Una Democrazia in Bilico
Lo sfogo di Formigli rappresenta, dunque, un grido d’allarme per la democrazia. Una democrazia che rischia di perdere il suo carattere genuino senza il controllo della stampa libera e indipendente. Quando il giornalismo diventa il bersaglio del potere politico e la magistratura è percepita come un avversario da contenere, le fondamenta democratiche iniziano a vacillare. Formigli invita a riflettere su questo tema cruciale, ricordando come il diritto di informazione, e di conseguenza la libertà di scelta dei cittadini, non debbano mai piegarsi a logiche autoritarie.
In conclusione, le parole di Formigli risuonano come una chiamata alla resistenza per tutti coloro che credono in un giornalismo indipendente e in una società democratica e informata. Una chiamata che, oggi più che mai, sembra necessaria.
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