Ieri, il talk show “Accordi&Disaccordi” condotto da Luca Sommi è andato in onda su Nove, presentando un’intensa serata di dibattito su temi di attualità. Gli ospiti della puntata includevano l’eurodeputato Pd Dario Nardella, i giornalisti Paolo Del Debbio e Maurizio Belpietro, e lo scrittore Erri De Luca, che ha presentato una riflessione critica sulle politiche migratorie italiane. A completare il panel, gli opinionisti fissi Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, e il giornalista Andrea Scanzi.
La puntata ha esplorato principalmente il tema delle migrazioni, con una particolare attenzione alla crisi migratoria in Albania e alle recenti elezioni in Liguria, che hanno sollevato una discussione sul “campo largo” nel contesto politico italiano.
Erri De Luca e le politiche migratorie: tra respingimenti e rimpatri
Uno dei momenti più intensi della puntata è stato il confronto tra Luca Sommi ed Erri De Luca, che ha espresso il suo forte dissenso verso il linguaggio e le pratiche utilizzate nella gestione dei flussi migratori. Sommi ha chiesto a De Luca un’opinione sull’approccio del governo, che si basa sul verbo “respingere”. De Luca ha risposto con parole severe, definendo questo termine come rappresentativo di una politica che, a suo giudizio, pecca non solo di inefficacia ma anche di umanità.
Secondo De Luca, le misure di respingimento hanno portato a situazioni vergognose, tra cui il pagamento delle autorità libiche per contenere i flussi di migranti, le espulsioni arbitrarie e l’impedimento delle richieste di asilo. “Il verbo respingere non funziona,” ha affermato De Luca, sottolineando come queste pratiche non solo non risolvano il problema ma anzi “macchino di infamia” l’Italia, contrastando con la tradizione di solidarietà del Paese. Lo scrittore ha poi evidenziato come, paradossalmente, questo tipo di retorica abbia un certo successo elettorale, poiché risuona con una parte dell’elettorato, benché raramente si traduca in azioni concrete.
De Luca ha inoltre discusso l’uso del termine “rimpatriare”, criticando la distanza tra l’obiettivo annunciato e i risultati effettivi. Nel 2023, ha osservato, sono sbarcati in Italia 158.000 migranti, ma solo 4.200 sono stati rimpatriati. L’autore ha denunciato l’assurdità di parlare di “Patria” per coloro che fuggono da terre che non offrono più alcuna sicurezza o prospettiva di vita dignitosa.
Il parallelismo storico con gli immigrati italiani
De Luca ha poi tracciato un interessante parallelismo tra le attuali migrazioni verso l’Italia e l’esperienza degli italiani che, nel secolo scorso, emigravano in massa verso l’America. Negli anni ’30, il tasso di respingimenti da Ellis Island era del 3%, e riguardava solo persone fisicamente inadatte a integrarsi nel nuovo Paese. Al contrario, oggi le politiche di respingimento non fanno distinzione tra i migranti, ignorando il valore intrinseco della volontà di “attecchire” delle persone.
L’esperienza migratoria, secondo De Luca, rivela un dato fondamentale: il desiderio di integrazione supera nel lungo periodo qualsiasi resistenza. Proprio come gli italiani dell’epoca, i migranti di oggi portano con sé una forte spinta a costruirsi una nuova vita, una volontà che, a suo avviso, tende a prevalere sulle politiche di chiusura.
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Il dibattito politico interno e l’idea del “campo largo”
Durante la puntata, si è parlato anche delle elezioni in Liguria e delle loro implicazioni per il futuro della sinistra italiana. Il concetto di “campo largo”, una possibile alleanza tra varie forze progressiste, è stato al centro del confronto tra gli ospiti. Nardella ha espresso la sua opinione sul tema, discutendo le potenzialità e i limiti di una coalizione di questo tipo, mentre Del Debbio ha offerto una prospettiva critica, dubitando della capacità di una simile alleanza di trovare una linea politica coerente. Belpietro, d’altro canto, ha posto l’accento sui rischi che la frammentazione a sinistra potrebbe comportare, in un periodo in cui la politica italiana affronta numerose sfide sia interne che esterne.
Conclusioni e reazioni
La puntata del 2 novembre di “Accordi&Disaccordi” si è rivelata un momento significativo di confronto su temi cruciali per l’Italia e per l’Europa. Le riflessioni di Erri De Luca hanno aperto una prospettiva diversa sulla gestione delle migrazioni, spingendo a interrogarsi non solo sull’efficacia ma anche sull’etica delle politiche adottate. Al contempo, il dibattito sul “campo largo” ha messo in evidenza le complessità del panorama politico italiano e la ricerca di una strategia che possa rispondere efficacemente alle nuove sfide.
Attraverso un approccio critico e una diversità di opinioni, “Accordi&Disaccordi” ha offerto una lettura articolata degli argomenti trattati, confermandosi come uno spazio di dialogo aperto e stimolante. La presenza di figure come De Luca, Nardella, Del Debbio e Belpietro ha contribuito a dare voce a posizioni diverse, permettendo al pubblico di riflettere su questioni fondamentali per il futuro del Paese.
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