“Quando devi legiferare, devi anche essere consapevole del mondo che devi normare”. Con questo approccio, la deputata del Movimento 5 Stelle Barbara Floridia, presidente della Commissione parlamentare di vigilanza RAI, ha organizzato un evento dal titolo ‘Le sfide del servizio pubblico’. La manifestazione, tenutasi in una due giorni di confronto a Palazzo Giustiniani, ha riunito politici, operatori dei media ed esperti internazionali, con l’obiettivo di discutere il futuro della RAI.
Le sfide della RAI: obiettivi e ostacoli
Floridia ha dichiarato che uno dei principali scopi della manifestazione è stato richiamare l’attenzione sulla necessità di riformare la RAI, sottraendo il controllo dell’emittente all’esecutivo. “La missione improcrastinabile è fuori l’esecutivo dalla RAI,” ha affermato, criticando la legge Renzi del 2015, che conferisce al governo il potere di nomina dell’amministratore delegato. Secondo Floridia, questa legge limita gravemente l’indipendenza del servizio pubblico e pone l’Italia a rischio di infrazioni da parte dell’Unione Europea, soprattutto con l’imminente entrata in vigore del Media Freedom Act, prevista per luglio.
Floridia ha evidenziato come questa sfida richieda un approccio condiviso, auspicando un dialogo costruttivo tra maggioranza e opposizione, sebbene abbia espresso dubbi sulla possibilità di una riforma bipartisan.
Opinioni divergenti sull’essenza del servizio pubblico
Al dibattito hanno partecipato vari esponenti del mondo dell’informazione e della politica, con opinioni diverse sulla natura e il ruolo della RAI come servizio pubblico. Emiliano Fittipaldi, direttore del quotidiano Domani, ha sottolineato il valore del servizio pubblico per la democrazia. Ha definito la RAI “un disastro” ma ha difeso il programma Report come esempio di giornalismo di servizio pubblico. “Dire che Report non fa servizio pubblico è una bestemmia,” ha detto Fittipaldi, lodando la trasmissione per la sua capacità di fornire un’informazione critica nonostante gli errori occasionali.
Fittipaldi ha inoltre evidenziato la necessità di una trasformazione radicale della RAI, come richiesto dall’Europa. Ha avvertito che il rischio di una procedura d’infrazione è concreto, e che l’Italia deve decidere se ignorare le richieste di cambiamento o intraprendere una riforma strutturale per preservare la RAI come patrimonio informativo del Paese.
La visione critica di Bechis: “La RAI è un’azienda di mercato”
Di parere opposto è Franco Bechis, direttore della testata online Open, che ha sostenuto che la RAI sia ormai un’azienda di mercato e non un servizio pubblico. Bechis ha criticato la struttura organizzativa della RAI, con i suoi oltre 11.000 dipendenti e un massiccio ricorso alla produzione esterna, sostenendo che questi elementi la rendano più simile a un’azienda commerciale.
Bechis ha inoltre evidenziato che la cultura interna della RAI non favorisce il merito, ma promuove una logica clientelare. Ha raccontato episodi in cui alcuni direttori, sotto pressione, hanno modificato la linea editoriale per compiacere figure istituzionali, limitando così la libertà di informazione.
Polemiche e critiche politiche
Anche la politica ha preso posizione durante l’evento, non senza polemiche. Augusta Montaruli, deputata di Fratelli d’Italia, ha espresso critiche verso Report, accusando la trasmissione di sfuggire al dovere di rettifica. Questa critica è stata accolta con disappunto da Dolores Bevilacqua del Movimento 5 Stelle, che ha definito tali attacchi “tristi” e “inopportuni” in un contesto in cui si discuteva proprio della necessità di indipendenza del servizio pubblico.
Bevilacqua ha difeso il valore dell’informazione indipendente e ha sottolineato come gli Stati Generali del servizio pubblico rappresentassero un’opportunità per un confronto costruttivo, rovinato a suo dire da polemiche di basso livello.
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La questione delle risorse: verso un finanziamento stabile e indipendente
Oltre alle questioni editoriali, un altro tema cruciale è stato quello del finanziamento della RAI. Floridia ha proposto di legare le risorse della RAI alla concessione, svincolandole dalla gestione diretta del governo, che attualmente può modificarle annualmente. Secondo Floridia, ciò permetterebbe alla RAI di avere una base economica stabile e indipendente dalle pressioni politiche, garantendo una continuità necessaria per svolgere il proprio ruolo di servizio pubblico.
Conclusione
L’evento organizzato da Floridia ha evidenziato la complessità delle sfide che la RAI deve affrontare per riformarsi e adeguarsi agli standard europei di indipendenza e trasparenza. L’incontro a Palazzo Giustiniani ha visto il confronto di idee spesso opposte, a riprova di come la questione del servizio pubblico sia un tema centrale e dibattuto nella politica italiana. Tuttavia, rimane da vedere se e come le istanze sollevate troveranno risposte concrete in una riforma che possa realmente ridare alla RAI un ruolo centrale nel panorama informativo nazionale.
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