Marco Travaglio, noto giornalista e direttore de Il Fatto Quotidiano, ha espresso con forza il proprio punto di vista sul futuro della Rai, la rete televisiva pubblica italiana. Travaglio non ha lesinato critiche all’attuale gestione dell’informazione televisiva pubblica e ha esortato a un cambiamento radicale per svincolarla dal potere politico. Durante il recente evento Le sfide del servizio pubblico a Palazzo Giustiniani, organizzato dalla senatrice del Movimento 5 Stelle Barbara Florida, presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Rai, Travaglio ha proposto di adottare un modello di governance simile a quello tedesco, che garantirebbe maggiore indipendenza e trasparenza.
L’Informazione e il Potere
Travaglio ha sottolineato un aspetto inquietante della gestione attuale, affermando che molti colleghi della Rai lo contattano personalmente per informarlo su fatti e notizie che non potranno mai essere trasmessi in televisione. Queste parole richiamano un problema profondo di censura e controllo politico all’interno del servizio pubblico, dove le notizie non gradite o scomode per i piani alti tendono a essere filtrate o omesse del tutto.
Questa realtà, secondo Travaglio, rappresenta una distorsione della missione di una rete pubblica che dovrebbe servire i cittadini, informando senza condizionamenti. “L’informazione deve essere lo strumento che controlla la politica, non viceversa” ha dichiarato il giornalista, sostenendo la necessità di riformare radicalmente la governance della Rai per garantire una reale autonomia della redazione e una piena trasparenza.
Il Modello Tedesco e il Media Freedom Act
A fronte di questo scenario, Travaglio si è detto favorevole a un cambio di paradigma: prendere esempio dal modello tedesco. Questo sistema di governance prevede che la politica sia coinvolta in modo limitato e che la gestione dei vertici della televisione pubblica sia affidata in maggioranza a rappresentanti indipendenti e professionisti del settore culturale e giornalistico, anziché ai politici. Travaglio ha specificato che la Rai dovrebbe recepire il Media Freedom Act, un regolamento europeo che dovrà essere implementato entro agosto del prossimo anno, e che sancisce nuove normative per la libertà dei media.
Secondo questa visione, il Parlamento dovrebbe mantenere solo una quota di minoranza nella nomina del board della Rai, mentre la maggioranza dei membri dovrebbe essere composta da rappresentanti dei lavoratori interni, della cultura, del giornalismo e dell’editoria. In questo modo, si eviterebbe che le decisioni cruciali vengano monopolizzate dal potere politico, ponendo il controllo della rete pubblica nelle mani di coloro che vivono e conoscono il mondo della comunicazione e dell’informazione.
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Riflessioni e Critiche sulla Commissione di Vigilanza
Tra le proposte di Travaglio emerge anche l’eliminazione della Commissione di vigilanza Rai, un organo che attualmente svolge il ruolo di supervisione dell’emittente pubblica. A suo avviso, tale struttura rappresenta un ulteriore strumento di controllo politico sull’informazione e non dovrebbe avere voce in capitolo sulle scelte redazionali e di governance della Rai. Travaglio ha insistito sul fatto che una vera televisione pubblica debba essere un “servizio” per i cittadini, non un “servizietto” per i potenti.
Il Futuro della Rai: Autonomia o Controllo?
Il discorso di Travaglio rappresenta una riflessione profonda sul ruolo dell’informazione pubblica in Italia e sul suo rapporto con il potere politico. La Rai, con il suo ampio bacino di spettatori e il suo status di emittente pubblica, ha un peso enorme nel formare l’opinione pubblica italiana. Tuttavia, come suggeriscono le parole di Travaglio, finché il sistema di governance rimarrà nelle mani della politica, l’informazione rischia di essere parziale, incompleta o addirittura censurata.
Questo incontro a Palazzo Giustiniani ha quindi aperto una finestra sulla necessità di una Rai più indipendente, che segua modelli esteri già sperimentati e che dia voce a tutti gli strati della società. La sfida, dunque, sarà quella di attuare un cambiamento concreto e di superare le resistenze interne ed esterne, restituendo alla televisione pubblica italiana il suo vero ruolo: un’informazione libera, imparziale e al servizio dei cittadini.
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