Rula Jebreal sul futuro della Palestina e del Medio Oriente sotto la presidenza di Trump: tra dominazione israeliana e rischi di escalation nucleare
Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, a seguito della sua recente vittoria elettorale, ha suscitato preoccupazioni in molti ambienti internazionali, e tra le voci critiche spicca quella della giornalista e attivista Rula Jebreal. Ospite del talk show politico “Accordi&Disaccordi” su Nove, condotto da Luca Sommi e Andrea Scanzi, Jebreal ha delineato un quadro cupo per la Palestina e per l’equilibrio politico del Medio Oriente, suggerendo che l’amministrazione Trump potrebbe adottare una linea politica drasticamente sbilanciata a favore di Israele, con implicazioni gravi per la regione.
“Con Trump non ci sarà più la Palestina”, ha dichiarato Jebreal, sottolineando come i consiglieri dell’ex presidente abbiano a lungo promosso una politica di supremazia israeliana nel Medio Oriente, incluse proposte per l’annessione dei territori occupati e una potenziale “pulizia etnica” dei palestinesi da aree come la Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est. Secondo Jebreal, questa tendenza annulla di fatto ogni prospettiva di uno Stato palestinese indipendente, disattendendo le risoluzioni internazionali e ignorando i principi di diritto umanitario sanciti dopo la Seconda guerra mondiale.
La prospettiva di un’escalation nucleare contro l’Iran
Una delle affermazioni più allarmanti di Jebreal riguarda la possibilità che elementi vicini a Trump stiano valutando l’uso di un’arma nucleare tattica contro l’Iran. Secondo la giornalista, questa opzione non verrebbe limitata a un attacco convenzionale contro i siti nucleari iraniani, ma potrebbe contemplare una strategia volta a paralizzare un intero Paese, con una popolazione di oltre 90 milioni di persone. “Dentro il campo di Trump ci sono moltissimi di cui non conosciamo nemmeno i nomi”, ha dichiarato Jebreal, evidenziando come l’uso di tale arma potrebbe servire a indebolire permanentemente l’Iran e a eliminare il cosiddetto “asse della Resistenza”, un blocco politico-militare che include Iran, Siria e gruppi affiliati come Hezbollah in Libano.
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Il “Progetto 2025” e il dominio israeliano sul Medio Oriente
Al centro della visione politica che Jebreal attribuisce alla nuova amministrazione Trump, c’è il cosiddetto “Progetto 2025”, un piano strategico che prevedrebbe una dominazione totale di Israele sull’intera regione mediorientale. “Quale Trump prevarrà quando entrerà alla Casa Bianca? Non lo sappiamo”, ha concluso Jebreal, lasciando intendere che l’esito di questa politica potrebbe cambiare il corso della storia per i prossimi anni.
Una sfida al diritto internazionale e alla comunità globale
L’analisi di Jebreal implica che una simile politica potrebbe rappresentare una sfida diretta al diritto internazionale e ai principi di autodeterminazione sanciti dalle Nazioni Unite. La previsione di una progressiva espansione dell’influenza israeliana, unita al rischio di un conflitto nucleare con l’Iran, rappresenta uno scenario che potrebbe scatenare una destabilizzazione su vasta scala. Le parole di Jebreal riecheggiano il timore che gli accordi post-bellici e il sistema di regole costruito nel XX secolo siano in pericolo, in quanto potrebbero essere ignorati o sovvertiti dalla nuova amministrazione americana.
Conclusioni
Le dichiarazioni di Rula Jebreal pongono interrogativi importanti sull’equilibrio di potere in Medio Oriente e sulle prospettive per la pace nella regione. Se queste previsioni si avverassero, il rischio di una recrudescenza delle tensioni e della violenza potrebbe diventare realtà, coinvolgendo non solo Israele e Palestina, ma potenzialmente l’intero sistema di alleanze globali. L’attenzione ora si concentra su come il resto del mondo reagirà alle mosse della nuova amministrazione Trump e su quali contromisure la comunità internazionale potrebbe adottare per mantenere una parvenza di equilibrio e pace.
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