– Il tema dell’immigrazione torna al centro del dibattito politico in Italia con le parole forti pronunciate in Aula da Ettore Licheri, senatore del Movimento 5 Stelle. Licheri accusa il governo in carica di nascondere il proprio fallimento sulla gestione del fenomeno migratorio, alimentando uno scontro con la magistratura italiana. Secondo Licheri, questa è una strategia mirata: attribuire la responsabilità delle difficoltà incontrate nell’attuazione della propria politica migratoria a giudici che, per dovere istituzionale, devono rispettare le sentenze europee.
Il contesto: la sentenza europea e la politica migratoria italiana
La polemica si innesca in seguito alla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 4 ottobre, che impone ai giudici italiani di poter disapplicare leggi nazionali quando queste sono in conflitto con il diritto europeo. Tale pronuncia giuridica è un riferimento cruciale per i magistrati italiani, che si trovano quindi vincolati al rispetto delle direttive e delle leggi dell’Unione, a prescindere da norme italiane contrarie.
Licheri sostiene che il governo sia pienamente consapevole di tale obbligo, ma preferisca comunque continuare una “messa in scena” a danno dei cittadini italiani. Il senatore del M5S denuncia l’uso di fondi pubblici in questo presunto teatro politico: una strategia di comunicazione che mira a deviare l’attenzione dalle inefficienze e difficoltà dell’esecutivo. “Gli serve un nemico per nascondere il loro clamoroso fallimento”, ha affermato Licheri, puntando il dito contro il governo per il flusso migratorio continuo, che, a suo dire, sarebbe stato mal gestito e sarebbe sfuggito di mano all’attuale esecutivo.
Il bilancio degli sbarchi: quasi 250.000 migranti
Un dato impressionante che Licheri cita come prova della gestione fallimentare è quello del numero di sbarchi: quasi 250.000 migranti sono arrivati sulle coste italiane da quando il governo attuale ha assunto l’incarico. Secondo il senatore, questo elevato numero di arrivi non fa altro che confermare l’incapacità dell’esecutivo di mettere in atto misure efficaci e durature per il controllo dei flussi migratori.
Licheri denuncia la retorica del “nemico esterno” come un espediente politico, un modo per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dai risultati che il governo non è riuscito a ottenere. “Le nostre città sono piene di immigrati”, ha dichiarato, sottolineando che l’insoddisfazione popolare per questa situazione viene strumentalizzata, attraverso la costruzione di un antagonista comune, per giustificare la mancanza di progressi concreti.
La risposta del governo: un dibattito acceso
Da parte del governo, le risposte a queste accuse non sono tardate ad arrivare. Fonti governative hanno ribadito la difficoltà di gestire un fenomeno complesso come l’immigrazione in un periodo di crisi internazionale e instabilità geopolitica, che spingono masse di persone a cercare rifugio in Europa. Per l’esecutivo, è necessario un approccio equilibrato che concili la sicurezza dei confini con l’obbligo di salvaguardare i diritti umani dei migranti.
Il dibattito sulla gestione dell’immigrazione, però, non è solo interno. L’Italia ha da tempo chiesto un maggiore supporto europeo per la gestione dei flussi migratori e ha sottolineato l’importanza di un approccio condiviso tra i paesi membri dell’UE. Tuttavia, il dialogo con Bruxelles non è semplice: da un lato c’è la richiesta di una solidarietà maggiore, dall’altro, un ritorno alle sovranità nazionali sui temi di accoglienza e gestione dei migranti.
Licheri e il M5S: una critica costante
Il Movimento 5 Stelle, attraverso la voce di Licheri, sottolinea come la gestione migratoria sia stata inefficace e come sia scorretto attribuire la colpa ai magistrati che, agendo in conformità con le direttive dell’UE, non fanno altro che applicare le regole. Licheri accusa il governo di utilizzare i giudici come capro espiatorio per distogliere l’attenzione dalle proprie lacune.
Il senatore M5S non è nuovo a posizioni critiche nei confronti del governo su questo tema. Da tempo il Movimento 5 Stelle ha assunto una posizione di contrasto sulla gestione dell’immigrazione, chiedendo politiche più strutturate e durature, che vadano oltre gli interventi di emergenza e abbiano una visione di lungo termine. L’obiettivo dichiarato dal M5S è quello di una politica migratoria che non crei divisioni interne al Paese e che sia, al contempo, rispettosa delle normative europee.
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Il ruolo dei giudici: un punto di confronto
Il dibattito in corso tocca un nervo scoperto: il rapporto tra il potere esecutivo e quello giudiziario. Secondo Licheri, il governo attacca il sistema giudiziario perché lo percepisce come un ostacolo. Questa narrazione alimenta tensioni e mette i giudici in una posizione delicata, spingendoli in un confronto con l’esecutivo. Tuttavia, è un dato di fatto che, nell’ordinamento italiano, i giudici sono tenuti ad applicare il diritto europeo in via diretta, anche se ciò comporta la disapplicazione di norme nazionali in contrasto.
Conclusione
Le parole di Licheri riflettono un clima di forti contrasti e accuse incrociate all’interno della politica italiana sulla gestione dell’immigrazione. La sua denuncia di una strategia del “nemico esterno” è sintomatica di una situazione in cui il fenomeno migratorio diventa, più che un tema amministrativo, una questione di confronto politico. Nell’incertezza generale e nella difficoltà di trovare una soluzione condivisa, l’accusa di inefficienza si accompagna al tentativo di alcuni esponenti politici di spostare le responsabilità.
Questa vicenda rivela la complessità e le molteplici sfaccettature del tema migratorio in Italia, un tema che non si esaurisce nella gestione degli sbarchi ma che coinvolge anche aspetti economici, sociali e politici profondi. La sfida, ora, è trovare un punto di equilibrio tra il rispetto delle normative europee, le esigenze di sicurezza e la tutela dei diritti umani, in un contesto che rischia di esasperare ulteriormente le divisioni e le difficoltà all’interno del Paese.
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