POCHE ORE FA, migliaia di studenti sono scesi in piazza in diverse città italiane per il “No Meloni Day”, una giornata di protesta contro le politiche del governo in materia di istruzione, ambiente e diritti sociali. L’iniziativa ha visto la partecipazione di cortei in tutta Italia, con momenti di tensione e gesti simbolici particolarmente significativi, come quello avvenuto a Torino, dove è stato dato alle fiamme un fantoccio raffigurante il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.
Torino: protesta accesa con gesti simbolici
A Torino, il corteo studentesco è partito con slogan e striscioni di protesta contro le recenti riforme scolastiche. Un momento clou della manifestazione si è verificato quando i dimostranti hanno bruciato un fantoccio con la fotografia di Valditara, esprimendo il loro dissenso nei confronti del ministro e delle sue politiche. “Gli studenti non lo vogliono,” ha dichiarato uno speaker al megafono, sottolineando il malcontento generale.
Nel corso della manifestazione, alcuni studenti sono saliti sul basamento della statua di Vittorio Emanuele II, dove hanno tracciato con spray la scritta “Free Palestine” e acceso fumogeni. Il corteo si è poi spostato davanti all’Ufficio Scolastico Regionale, dove sono state lanciate uova contro le forze dell’ordine schierate per garantire la sicurezza.
Roma e le altre città: proteste per istruzione e ambiente
A Roma, il corteo ha attraversato le vie del centro, con gli studenti che hanno portato avanti rivendicazioni contro la “repressione” e richieste di interventi concreti nella lotta al cambiamento climatico. La manifestazione si è conclusa davanti al Ministero dell’Istruzione, dove fumogeni e cori di protesta hanno scandito la chiusura del raduno.
Proteste significative si sono registrate anche a Milano, Firenze e Napoli. A Firenze, gli studenti hanno organizzato un flash mob in piazza Santissima Annunziata, mostrando immagini dei disastri ambientali legati al cambiamento climatico e chiedendo un maggiore impegno da parte delle istituzioni. A Milano, invece, i manifestanti hanno puntato il dito contro il caro vita e gli affitti insostenibili per gli studenti, sottolineando le difficoltà quotidiane che affrontano.
Le ragioni della protesta: tra scuola e ambiente
La giornata di mobilitazione ha unito le richieste degli studenti in due ambiti chiave: l’istruzione e l’ambiente. Da un lato, i giovani hanno denunciato le criticità del sistema scolastico italiano, che vanno dalle aule sovraffollate alla mancanza di risorse adeguate, passando per il caro vita che pesa soprattutto sugli studenti fuori sede. Dall’altro, la protesta ha visto una forte connessione con il movimento Fridays for Future, richiamando l’urgenza di politiche ambientali più incisive.
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Un clima di tensione: Briuciato il fantoccio del Ministro Valditara
Le manifestazioni si sono svolte in gran parte pacificamente, ma non sono mancati momenti di tensione, come quelli avvenuti a Torino. Il gesto simbolico di bruciare il fantoccio del ministro Valditara e l’episodio delle uova lanciate contro le forze dell’ordine testimoniano un clima di crescente insoddisfazione tra i giovani. Nonostante ciò, le autorità hanno monitorato i cortei senza interventi significativi, consentendo il regolare svolgimento delle manifestazioni.
Un messaggio forte al governo
Il “No Meloni Day” ha lanciato un messaggio chiaro al governo: il malcontento tra i giovani è reale e profondo. Le politiche messe in campo finora, secondo gli studenti, non rispondono alle necessità di un sistema scolastico equo e inclusivo, né alle sfide globali come il cambiamento climatico. La giornata di protesta ha rappresentato un’occasione per ribadire la volontà di essere ascoltati, con la speranza che le istituzioni recepiscano queste istanze e aprano un dialogo costruttivo con le nuove generazioni.
Il No Meloni Day ha evidenziato il profondo malcontento di una generazione che si sente trascurata dalle politiche governative. I gesti simbolici e le rivendicazioni espressi nelle piazze di tutta Italia sono un appello forte e chiaro al governo, chiedendo non solo maggiore attenzione alle necessità del sistema scolastico e alle questioni ambientali, ma anche un impegno concreto per costruire un futuro migliore.
Le nuove generazioni, protagoniste di queste manifestazioni, non si limitano a protestare: vogliono essere ascoltate e coinvolte nelle decisioni che riguardano il loro presente e il loro domani. Il governo è ora di fronte a una scelta cruciale: ignorare queste voci o trasformare le richieste degli studenti in un’opportunità di dialogo e cambiamento.
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