Il 19 novembre 2024, otto razzi da 107 millimetri hanno colpito il quartiere generale del contingente italiano e del settore Ovest di Unifil a Shama, nel sud del Libano. Secondo fonti della Difesa, i razzi hanno impattato su alcune aree all’aperto e sul magazzino ricambi della base, dove fortunatamente non era presente alcun soldato. Nonostante l’attacco, non si registrano feriti tra i militari italiani. Cinque di loro sono attualmente sotto osservazione nell’infermeria della base, ma le loro condizioni non destano preoccupazione.
La reazione di Crosetto: “Non possiamo più tollerare questi attacchi”
Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha condannato con fermezza l’attacco definendolo “intollerabile”. Intervenendo al termine del Consiglio UE Esteri Difesa a Bruxelles, Crosetto ha dichiarato: “Sono caduti tre razzi sulla base di Shama. È intollerabile. Le basi di Unifil rappresentano una missione internazionale dell’ONU e appartengono a paesi che sono amici di Israele. Non possiamo più tollerare che questi errori si ripetano con tale frequenza.”
Crosetto ha sottolineato la necessità di disposizioni chiare e inequivocabili per le forze operative sul campo. “Mi auguro che il nuovo ministro israeliano dia seguito alle indicazioni già condivise con il suo predecessore. È fondamentale evitare il ripetersi di situazioni simili,” ha aggiunto.
Hezbollah accusato del lancio dei razzi
L’esercito israeliano (IDF) ha attribuito l’attacco a Hezbollah, affermando che i razzi sono stati lanciati dalla zona di Deir Aames, un’area controllata dal gruppo. Questo bombardamento si inserisce nel contesto delle tensioni crescenti tra Hezbollah e Israele, con continui scambi di fuoco lungo il confine tra Libano e Israele. Secondo l’IDF, i razzi erano diretti verso Israele ma hanno colpito la base Unifil nel villaggio di Shama.
Proposta di tregua e prospettive di pace
Sul fronte diplomatico, l’inviato speciale degli Stati Uniti, Amos Hochstein, è arrivato a Beirut per discutere una possibile tregua. Durante i colloqui, Hochstein ha dichiarato che “c’è una reale possibilità di fermare la guerra”. Secondo fonti mediatiche, il Libano avrebbe accettato una proposta di cessate il fuoco, sebbene non ci siano ancora dettagli ufficiali.
Nel frattempo, la situazione resta critica: solo poche ore prima, l’IDF ha annunciato di aver ucciso il nuovo comandante dell’unità missilistica di Hezbollah, e nella notte Israele ha colpito obiettivi nel cuore della capitale libanese. L’Unicef ha inoltre riportato un bilancio drammatico delle vittime civili, con oltre 200 bambini uccisi in meno di due mesi di conflitto.
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Un contesto di tensioni crescenti
L’attacco alla base italiana Unifil si colloca in un clima di tensione crescente nella regione. Le forze internazionali, incaricate di garantire la stabilità nel sud del Libano, si trovano sempre più spesso al centro del fuoco incrociato tra Hezbollah e Israele. La missione Unifil, guidata da contingenti di diversi paesi, tra cui l’Italia, gioca un ruolo cruciale nel monitorare il cessate il fuoco lungo la Linea Blu, ma gli attacchi come quello di oggi evidenziano la fragilità della situazione.
Conclusione
L’attacco alla base di Shama sottolinea la complessità del contesto geopolitico e l’urgenza di trovare una soluzione diplomatica al conflitto in corso. Mentre proseguono gli sforzi per un cessate il fuoco, episodi come questo evidenziano il rischio costante per i militari impegnati in missioni internazionali. La comunità internazionale è chiamata a intensificare il dialogo e ad agire per garantire la sicurezza nella regione e la protezione dei civili coinvolti.
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