Ieri sera, durante la puntata di Dritto e Rovescio condotta da Paolo Del Debbio su Rete 4, Luca Sommi è intervenuto con una critica tagliente alla gestione e alla retorica sui migranti, che ha infiammato il dibattito. Nel confronto con un rappresentante della Lega, Sommi ha evidenziato le contraddizioni che caratterizzano il discorso pubblico e politico in Italia sul tema dell’immigrazione, soffermandosi sia sulla propaganda sia sulla mancanza di azioni concrete.
Il contesto del dibattito
La questione migratoria è stata affrontata dal governo Meloni con una retorica aggressiva e spesso polarizzante, ma, come sottolineato da Sommi, i risultati ottenuti non sembrano essere all’altezza delle promesse elettorali. Da un lato, si promuovono operazioni come l’Accordo con l’Albania, spacciandole per soluzioni definitive, dall’altro si continua ad alimentare il mito del “giudice cattivo” o di forze esterne che impedirebbero al governo di agire efficacemente.
Secondo Sommi, questa narrazione non regge: “Se fosse vero che la magistratura blocca l’azione di questo governo, saremmo di fronte a uno scandalo costituzionale”, ha affermato. Con questa frase, ha inteso smascherare una parte della propaganda politica che si nutre di una presunta opposizione istituzionale, anziché concentrarsi su interventi reali e strutturali.
La retorica da entrambe le parti
Sommi ha posto l’accento anche sulla retorica che domina il dibattito da entrambi i fronti politici. Ha ricordato le parole di Laura Boldrini, spesso tirate in ballo come simbolo di un atteggiamento buonista nei confronti dei migranti. Tuttavia, Sommi ha chiesto di contestualizzarle, precisando che: “Non penso che lei sia il difensore civico di coloro che guidano le barche”. Questa puntualizzazione serve a ridimensionare una certa narrativa di demonizzazione delle posizioni progressiste.
D’altra parte, ha criticato duramente le affermazioni di chi, come Matteo Salvini, celebra il fermo di imbarcazioni cariche di migranti come un atto patriottico: “Non si può dire che fermare un barchino pieno di disperati significa aver salvato il proprio paese”. Una dichiarazione che sintetizza l’assurdità di una retorica volta a esagerare i risultati per coprire l’assenza di soluzioni strutturali.
La richiesta di fatti, non parole
Sommi ha insistito sulla necessità di abbandonare la propaganda e di concentrarsi sui fatti concreti: “Ci vogliono i fatti, non le parole. Questo è un governo che ha vinto le elezioni su questo tema, ma finora ha proposto operazioni fragili e fallimentari come quella con l’Albania”. Qui si fa riferimento al controverso accordo che prevede il trasferimento di richiedenti asilo in Albania, una misura che ha suscitato polemiche e dubbi sulla sua reale efficacia.
In un passaggio cruciale, Sommi ha messo in luce come il dibattito venga costantemente distorto da entrambe le parti, con l’unico risultato di aumentare la polarizzazione sociale e politica. “La propaganda su questo tema non ha mai limiti,” ha ribadito, indicando come le promesse elettorali si siano tradotte in un immobilismo mascherato da interventi simbolici.
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Un appello alla politica seria
L’intervento di Luca Sommi si conclude con un appello implicito alla politica: porre fine alla retorica e affrontare il tema migratorio con un approccio serio, pragmatico e umano. La propaganda, da qualsiasi parte provenga, rischia di danneggiare ulteriormente una questione già complessa e carica di implicazioni etiche, sociali ed economiche.
In definitiva, il discorso di Sommi rappresenta una critica incisiva non solo all’attuale governo, ma a un’intera classe politica incapace di andare oltre le dichiarazioni di principio e le polemiche sterili. Un messaggio chiaro per chi, sia a destra che a sinistra, vuole davvero contribuire a risolvere il problema invece di usarlo come arma elettorale.
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